Call center, la crisi di governo mette a rischio il confronto al ministero

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Insegna di Abramo customer care
  09 agosto 2019 18:08

di ANTONELLA SCALZI

Call center calabresi appesi alla crisi di governo. Pochi giorni sono bastati a delineare uno scenario totalmente diverso rispetto a una questione che in Calabria è sempre stata centrale e i sindacati non nascondono la preoccupazione. Per un confronto con il governo su tutta la filiera dei call center c’è anche la data, ma il fatidico 5 settembre rischia di essere troppo in là per dare certezze. Occhi puntati sull’Abramo customer care e i suoi 2.970 operatori già decimati ai 4.300 addetti pre-crisi. Fuori tutti i precari, salvi sono coloro che in tasca hanno un contratto a tempo indeterminato e soltanto se Telecom Italia, Enel e Poste italiane terranno fede agli impegni già presi.

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Ed è qui che l’ottimismo che sembrava aleggiare fino a qualche giorni fa si smorza perché se il tavolo convocato al ministero dello Sviluppo economico dovesse saltare sarà difficile immaginare l’avvio di una nuova stagione di riscatto per i call center calabresi con quelle assunzioni, seppur a tempo determinato, nelle quasi speravano tutti colori i quali hanno dovuto togliere la cuffia. E non sono pochi.

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Le cifre le dà il sindacalista Fabio Guerriero che meglio di chiunque altro conosce ogni segreto di una vertenza che in Calabria è di quelle che contano. D'altronde, in una regione che non ha grandi fabbriche i call center danno lavoro a ottomila persone. Sono ben ottomila, dunque, le famiglie calabresi che guardano alla crisi di governo formalmente aperta dalla Lega, che in Senato ha presentato una mozione di sfiducia al presidente Giuseppe Conte, con estrema preoccupazione. Ed eccoche le questioni territoriali finiscono per disegnare un Italia a due velocità perché la crisi di governo che mette a rischio il confronto su tutta la filiera dei call center è nata dall’avvio della tratta ad alta velocità Torino - Lione. Per un’opera che si farà, insomma, c’è un governo sull’orlo del baratro e una trattativa che riguarda da vicino la Calabria che rischia di naufragare o almeno forti ritardi che farebbero dire addio a un autunno di aspettative importanti.

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