di EDOARDO CORASANITI
Si diverte, canta, fa urlare le sue canzoni al pubblico del teatro Politeama di Catanzaro,
Carmen Consoli è così: una “fimminnazza” catanese che non dimentica le proprio origini, il suo dialetto, il suo linguaggio così simile al nostro che sembra di stare a chiccherare con una del posto.
Ieri, all’interno del cartollone “Festival d’Autunno” organizzato da Tonia Santacroce, ha incantato e fatto scatenare i suoi fan.
Recita con passione e armonia i suoi pezzi classici, da Parole di burro a Aaa cercasi, da Amore di plastica a L’abitutine di tornare, concludendo, a sorpresa, con Stranizza d’amuri e La finestra. Queste due ultime interpretate dopo aver fatto finta di andare via per la seconda volta. Sembrava davvero finito il concerto eppure lei ha preso di nuovo la chitarra elettrica e lo spettacolo è di nuovo servito.
Il pubblico apprezza, entusiasta, e corre ai piedi del palco: è un concerto indimenticabile, pieno di messaggi, come quando ricorda le donne vittime di violenza, come quando rivendica la sua appartenza, fiera e orgogliosa al meridione. E infine: “Grazie Catanzaro”. Quella stessa città che prima del concerto l’aveva ospitata al ristorante L’opera, ormai punto di riferimento per gli ospiti illustri che, di volta in volta, raggiungono il capoluogo. Un bel modo per prepararsi allo spettacolo che segna una nuova casella nella storia della musica catanzarese.
Sopra: Carmen Consoli con i titolari del ristorante “L’opera”
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