Alcuni dipendenti sospesi e per cinquantacinque scatta il recupero delle somme 'contestate'. Torna di moda all'Asp di Catanzaro l'inchiesta 'Cartellino Rosso' sui funzionari assenteisti che in pieno lockdown provocò l'ennesimo scossone nell'ente già sciolto per presunte infiltrazioni mafiose circa un anno fa. Il nuovo atto d'indirizzo della commissione prefettizia (formata da Luisa Latella, Franca Tancredi e Salvatore Gullì) prende le mosse da quelli che sembrerebbero nuovi elementi contenuti nella nota della Procura della Repubblica di Catanzaro dell'11 settembre e nella documentazione consegnata dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza il 15 settembre.
Elementi su cui la commissione ha individuato la "particolare gravità dei comportamenti di cui si è venuti a conoscenza attraverso la documentazione" appena ricevuta nelle sede amministrativa di via Vinicio Cortese. Dati e riscontri di per sé sufficienti per la commissione a dare impulso all'Ufficio Unico dei procedimenti disciplinari interno per la 'riapertura dei procedimenti' di alcuni dipendenti che da oggi sono sospesi senza stipendio (salvo il diritto all'assegno alimentare). Almeno fino alla conclusione della verifica dell'Ufficio.
Altra partita per "tutti i 55 dipendenti interessati dagli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza di Catanzaro", per cui invece la struttura Gestione Risorse Umane dovrà procedere "all'immediato recupero delle somme". Il contingente di personale interessato da quest'ultima misura (che per il momento esclude la sospensione) appare più ampio delle persone a cui è stato notificato l'avviso di conclusione indagini lo scorso 23 aprile. Come a dire: la questione è tutt'altro che chiusa.
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