di EDOARDO CORASANITI
Il sostituto procuratore di Catanzaro, Domenico Assumma, ha chiesto il rinvio a giudizio per 57 indagati di "Cartellino Rosso", l'operazione che ad aprile 2020 ha colpito dipendenti e dirigenti dell’Asp e dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro. L'udienza preliminare, davanti al gup Alfredo Ferraro, è stata già fissata per il 25 febbraio 2021, nell'aula bunker del Tribunale di Catanzaro. Giuseppe Ciambrone , 1952, difeso dall'avvocato Giuseppe Risadelli, ha chiesto il patteggiamento. Oggi gli avvocati hanno iniziato con l'argomentazione delle tesi difensive; si procederà il 16 aprile, giorno in cui il gup Alfredo Ferraro emetterà il provvedimento di rinvio a giudizio o di non luogo a procedere.
Il fascicolo coordinato da Assumma si fonda sulle contestazioni di reato e sui numeri fotografati nei quattro mesi di indagine che vanno dal dicembre 2016 ad aprile del 2017. I reati ipotizzati per il presunto assenteismo o allontanamento dal posto di lavoro (in alcuni casi tradotti con visite al fioraio, alle slot machine, al market), avallato dalla multipla strisciatura dei badge, sono truffa ai danni di un ente pubblico e fraudolenta attestazione della presenza in servizio.
E se la responsabilità penale è personale, è altrettanto vero che gli episodi contestati sono oltre 2000 e l’ammontare delle ore, se frazionato per ogni indagato, a volta si restringe notevolmente.
Come il caso di Giorgio Costantino (classe 1956), dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro in servizio presso la direzione generale, finito nei guai per 12 ore di assenza dal lavoro e una presunta indebita percezione 138,29 euro.
Poche ore addebitate anche Giuseppe Folino Gallo 50 anni, di Falerna (Catanzaro), dipendente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro: la cifra a lui contestata è di 135,24 euro, per un totale di 9 ore di assenza da lavoro.
In fondo alla classifica invece c’è Antonio Aloi, 47 anni, di Borgia (Catanzaro), dipendente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, ora difeso dall’avvocato Giuseppe Vetrano, 7 ore di assenza per 125,48 euro.
Nell’elenco dei 58 indagati ce ne sono anche 43 che non hanno ricevuto alcuna misura cautelare: anche per questi ultimi, in alcuni casi la somma delle ore non supera le 15 ore.
Come Vincenzo Ursini a cui viene contestato un danno erariale di 226,62 euro per sole 13 ore, 50 minuti e 52 secondi di uscite non giustificate. Stessa sorte per Ivan Mancuso, dipendente Asp, finito nel registro degli indagati per circa 125 euro e 7 ore di assenza.
I NOMI PER CUI LA PROCURA CHIEDE IL RINVIO A GIUDIZIO:
Ferro Marcello, classe 1962
Nisticò Carlo, classe 1958
Sinopoli Francesco Salvatore, classe 1956
Tolomeo Silvano, 1952
Ruggiero Alessandro, 1961
Lopez Carmine, 1955
Palaia Vitaliano, 1960
Tomarchio Rosario, 1964
Mangiacasale Mario, 1953
Caruso Enrico, 1962
Mazziotti Maurizio, 1963
Raciti Giuseppe, 1957
Ronchi Giovanni, 1955
Folino Gallo Giuseppe, 1969
Aloi Antonio, 1972
Costantino Giorgio, 1956
Mancuso Vincenzo, 1966
Notaro Leonardo, 1956
Umbro Bruno, 1963
Sollima Salvatore, 1975,
Mazza Annamaria, 1957
Santaguida Pasquale, 1970
Candeliere Maurizio, 1963
Battista Nicola, 1955
Capicotto Raffaele, 1955
Fontanella Saverio, 1956
Galati Onoforio Francesco, 1967
Mungo Rosario, 1958
Raimondo Luigi, 1957
Nicoletta Carmine, 1957
Matteini Anna, 1960
Tulelli Sergio, 1955
Montuoro Domenico, 1958
Calabretta Mario, 1956
Minichini Filomena, 1953
Merola Michele, 1956
Marchio Rossella, 1963
Caligiuri Tommaso, 1964
Modugno Donato, 1951
Bianchi Leandro, 1954
Abramo Salvatore, 1960
Facciolo Antonio, 1960
Ursini Vincenzo, 1954
Leone Giacobbe, 1956
Manno Giovanni, 1965
Costa Massimo, 1963
Mancuso Ivan, 1975
Scalone Benito Rocco, 1961
Parrottino Carmine, 1954
Tallarico Caterina, 1964
Vaccaro Rosa, 1958
Falcone Caterina, 1962
Arena Teresa, 1957
Riccio Rocco Gregorio, 1954
Cristofaro Michele, 1963
D'Aloja Alfredo, 1963
Dante Assunta, 1972;
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