Cartellino Rosso. La Procura in aula chiede il rinvio a giudizio per 57 imputati (I NOMI)

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  25 marzo 2021 13:32

di EDOARDO CORASANITI

Il sostituto procuratore di Catanzaro, Domenico Assumma, ha chiesto il rinvio a giudizio per 57 indagati di "Cartellino Rosso", l'operazione che ad aprile 2020 ha colpito dipendenti e dirigenti dell’Asp e dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro. L'udienza preliminare, davanti al gup Alfredo Ferraro, è stata già fissata per il 25 febbraio 2021, nell'aula bunker del Tribunale di Catanzaro. Giuseppe Ciambrone , 1952, difeso dall'avvocato Giuseppe Risadelli, ha chiesto il patteggiamento. Oggi gli avvocati hanno iniziato con l'argomentazione delle tesi difensive; si procederà il 16 aprile, giorno in cui il gup Alfredo Ferraro emetterà il provvedimento di rinvio a giudizio o di non luogo a procedere. 

Il fascicolo coordinato da Assumma si fonda sulle contestazioni di reato e sui numeri fotografati nei quattro mesi di indagine che vanno dal dicembre 2016 ad aprile del 2017. I reati ipotizzati per il presunto assenteismo o allontanamento dal posto di lavoro (in alcuni casi tradotti con visite al fioraio, alle slot machine, al market), avallato dalla multipla strisciatura dei badge, sono truffa ai danni di un ente pubblico e fraudolenta attestazione della presenza in servizio.

E se la responsabilità penale è personale, è altrettanto vero che gli episodi contestati sono oltre 2000 e l’ammontare delle ore, se frazionato per ogni indagato, a volta si restringe notevolmente. 

Come il caso di Giorgio Costantino (classe 1956), dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro in servizio presso la direzione generale, finito nei guai per 12 ore di assenza dal lavoro e una presunta indebita percezione 138,29 euro.

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Poche ore addebitate anche Giuseppe Folino Gallo 50 anni, di Falerna (Catanzaro), dipendente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro: la cifra a lui contestata è di 135,24 euro, per un totale di 9 ore di assenza da lavoro.

In fondo alla classifica invece c’è Antonio Aloi, 47 anni, di Borgia (Catanzaro), dipendente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, ora difeso dall’avvocato Giuseppe Vetrano, 7 ore di assenza per 125,48 euro.

Nell’elenco dei 58 indagati ce ne sono anche 43 che non hanno ricevuto alcuna misura cautelare: anche per questi ultimi, in alcuni casi la somma delle ore non supera le 15 ore.

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Come Vincenzo Ursini a cui viene contestato un danno erariale di 226,62 euro per sole 13 ore, 50 minuti e 52 secondi di uscite non giustificate.  Stessa sorte per Ivan Mancuso,  dipendente Aspfinito nel registro degli indagati per circa 125 euro e 7 ore di assenza.

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Il 23 aprile 2020 la Procura notifica gli avvisi di garanzia e anche 15 di loro sospensione dal pubblico impiego o servizio: ad 8 è stata annullata dal Tribunale della Libertà. In particolare: Carlo Nisticò (difeso dall’avvocato Giuseppe Fonte), inizialmente sospeso per un anno e accusato di aver percepito impropriamente circa 2600 euro; Giuseppe Folino Gallo (difeso da Eugenio Perrone), 9 ore, 135,24 euro, inizialmente sospeso per 3 mesi; Maurizio Mazziotti (difeso da Domenico Pietragalla e Francesco Pullano), 28 ore di assenza, 426,30 euro, inizialmente sospeso per sei mesi. Antonio Aloi (difeso da Giuseppe Vetrano), 7 ore di assenza, 125.48 euro, e a cui il Gip aveva applicato 3 mesi di sospensione; Enrico Caruso (difeso da Aldo Casalinuovo), 66 ore di assenza, 647 euro, inizialmente sospeso per sei mesi. Marcello Ferro (difeso da Saverio Loiero): (237 ore di assenza dal servizio, 2560 euro, inizialmente sospeso per un anno; Giorgio Costantino (difeso da Vittoria Aversa e Francesco Rotundo), 12 ore, di assenza 138,29 euro, inizialmente sospeso per 3 mesi di sospensione). Rosario Tomarchio (difeso dall'avvocato Aldo Ferraro), 28 ore di assenza, 440 euro di indebita percezione, inizialmente sospeso per 6 mesi di sospensione. Diversa la posizione di Mario Mangiacasale (34 ore di assenza, 664 euro di illecita acquisizione), difeso dall'avvocato Antonio Chiarellacolpito dalla misura cautelare, lo stesso Gip ha dichiarato l'inefficacia della sospensione in quanto al momento dell'esecuzione l'indagato era già andato in pensione. 

Compongono il collegio difensivo gli avvocati: Giuseppe Fonte, Eugenio Perrone, Domenico Pietragalla e Francesco Pullano, Giuseppe Vetrano, Aldo Casalinuovo, Saverio Loiero, Vittoria Aversa e Francesco Rotundo, Aldo Ferraro, Antonio Chiarella, Valerio Murgano, Antonello Talerico, Francesco Pitaro, Danilo Iannello, Armodio Migali, Enzo DE Caro, Vincenzo Ioppoli. 

I NOMI PER CUI LA PROCURA CHIEDE IL RINVIO A GIUDIZIO:

Ferro Marcello, classe 1962

Nisticò Carlo, classe 1958

Sinopoli
 Francesco Salvatore, classe 1956

Tolomeo Silvano, 1952

Ruggiero Alessandro, 1961

Lopez Carmine, 1955

Palaia Vitaliano, 1960

Tomarchio Rosario, 1964

Mangiacasale Mario, 1953

Caruso Enrico, 1962

Mazziotti Maurizio, 1963

Raciti Giuseppe, 1957

Ronchi Giovanni, 1955

Folino Gallo Giuseppe, 1969

Aloi Antonio, 1972

Costantino Giorgio, 1956

Mancuso Vincenzo, 1966

Notaro Leonardo, 1956

Umbro Bruno, 1963

Sollima Salvatore, 1975, 

Mazza Annamaria, 1957

Santaguida Pasquale, 1970

Candeliere Maurizio, 1963

Battista Nicola, 1955

Capicotto Raffaele, 1955

Fontanella Saverio, 1956

Galati Onoforio Francesco, 1967

Mungo Rosario, 1958

Raimondo Luigi, 1957

Nicoletta Carmine, 1957

Matteini Anna, 1960

Tulelli Sergio, 1955

Montuoro Domenico, 1958

Calabretta Mario, 1956

Minichini Filomena, 1953

Merola Michele, 1956

Marchio Rossella, 1963

Caligiuri Tommaso, 1964

Modugno Donato, 1951

Bianchi Leandro, 1954

Abramo Salvatore, 1960

Facciolo Antonio, 1960

Ursini Vincenzo, 1954

Leone Giacobbe, 1956

Manno Giovanni, 1965

Costa Massimo, 1963

Mancuso Ivan, 1975

Scalone Benito Rocco, 1961

Parrottino Carmine, 1954

Tallarico Caterina, 1964

Vaccaro Rosa, 1958

Falcone Caterina, 1962

Arena Teresa, 1957

Riccio Rocco Gregorio, 1954

Cristofaro Michele, 1963

D'Aloja Alfredo1963

Dante Assunta, 1972;

 

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