“Il corpo di Denis Bergamini è stato trovato in posizione supina”.
Lo hanno affermato, nell’aula della Corte di Assise di Cosenza, i carabinieri del Ris di Messina nel corso del processo che sta cercando di fare luce sulla morte del calciatore del Cosenza deceduto in circostanze mai chiarite il 18 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico. Bergamini morì sulla strada statale 106, investito da un camion, in quello che fu etichettato come un suicidio. Ma la famiglia ha sempre pensato che si sia trattato di una messa in scena per coprire un omicidio. La perizia mette ancora una volta in dubbio l'ipotesi del suicidio. Nel nuovo processo, che si sta svolgendo davanti ai giudici della Corte di Assise di Cosenza, l’unica imputata per la morte del giovane atleta è Isabella Internò, sua ex fidanzata, indagata per omicidio in concorso con persone ignote.
Il Nucleo investigativo dei carabinieri di Messina, tra il 2011 e il 2012, depositò una perizia che finì nel fascicolo del precedente procedimento che si concluse, però, con un’archiviazione. Nell’udienza di oggi, i Ris di Messina hanno ribadito quanto già affermato, mostrando le immagini fotografiche che sono state alla base della loro perizia. Dalle immagini fotografiche a loro disposizione, è possibile affermare con certezza che “il corpo di Denis è stato attinto dalle ruote bloccate del camion. Il camion doveva essere per forza con le ruote bloccate. Non c’è altra spiegazione. Con certezza si può affermare che il corpo ha fatto retromarcia”, hanno detto i carabinieri rispondendo alle domande del pm Luca Primicerio. I carabinieri del Ris hanno poi risposto alle domande degli avvocati della famiglia Bergamini, l’avvocato Fabio Anselmo e Alessandra Pisa, e a quelle dell’avvocato Angelo Pugliese difensore dell’imputata assieme all’avvocato Rossana Cribari.
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