"Sul finire dell’inverno scorso, quello del nostro scontento, il Ministro Dario Franceschini, aveva provato ad ipotizzare il 27 marzo come data possibile per la riapertura dei teatri. La giornata mondiale del Teatro è arrivata, ma purtroppo ancora una volta la festa si è dovuta celebrare in contumacia. E’ stato l’ennesimo colpo inferto allo spettacolo dal vivo. Nonostante ciò affidare le sorti del teatro ai cahiers de doléances di turno ci sembrava sconveniente. E’ per questo che tutti assieme (Scena Verticale, Aprustum, Chimera e Khoreia 2000) abbiamo deciso di trasformare lo sconforto in scommessa, siglando un protocollo d’intesa per chiedere all’amministrazione comunale di Castrovillari la gestione del rinato Teatro Vittoria. Un pensiero che diventa impresa: quella di far teatro in Calabria, in una piccola città di provincia, un luogo in cui il teatro illumina e cura le ferite di una terra trascurata, portandola al centro del dibattito nazionale".
"Da qui prende le mosse il nostro progetto di riapertura del Vittoria. Il progetto - proseguono - nasce dunque dalla volontà di quattro compagnie di Castrovillari di unirsi in rete per proporre un disegno organico al servizio della città, aperto e inclusivo, polo di riferimento per gli attori culturali e sociali del territorio, con l’obiettivo di evitare la frammentazione delle attività e razionalizzare le risorse umane ed economiche: una casa teatrale aperta alle altre arti e a un vasto pubblico che si confronta sull’oggi. Uniti, insomma, per riportare in vita il Teatro Vittoria, distrutto da un incendio nel 1986, e finalmente pronto a riaprire i battenti".
Scena Verticale, Aprustum, Chimera e Khoreia 2000 "vogliono assumersi la responsabilità di produrre una proposta seria e sostenibile per la gestione, nella convinzione che i teatri debbano essere abitati e gestiti da chi produce, programma, vive di teatro in modo professionale. La rete garantirebbe professionalità specifica, continuità di apertura, capacità di attrazione di risorse per sostenere le attività, inserimento del Teatro in un sistema di relazioni nazionali e internazionali, rapporti con istituzioni pubbliche e private".
"La mission principale del progetto è contribuire al rilancio della partecipazione democratica alla vita culturale e sociale della nostra comunità, con particolare riguardo alle fasce maggiormente escluse dai consumi culturali. Di conseguenza, le attività saranno concertate e programmate attraverso l’ascolto e il confronto con il tessuto associativo del territorio. Le parole d’ordine saranno: apertura, inclusione, concertazione; ma anche professionalità, sostenibilità, innovazione. Abbiamo pertanto condiviso con l’amministrazione comunale il nostro progetto nei confronti del quale il Sindaco e la Giunta hanno mostrato grande attenzione. Alle nostre parole abbiamo aggiunto quelle di Paolo Grassi, che intendeva il teatro come cuore della sensibilità della collettività. Noi, - concludono - vorremmo che autorità e giunte comunali si formassero questa precisa coscienza del teatro considerandolo come una necessità collettiva, come un bisogno dei cittadini, come un pubblico servizio alla stregua della metropolitana e dei vigili del fuoco. Grazie a chi lavorerà perché ciò avvenga".
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