di EDOARDO CORASANITI
Il giudice dell'udienza preliminare Alfredo Ferraro ha rinviato a giudizio 57 imputati coinvolti nell'operazione che ad aprile 2020 ha colpito dipendenti e dirigenti dell’Asp e dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Il processo inizierà a 9 maggio 2022 nell'aula bunker di Catanzaro.
Giuseppe Ciambrone , 1952, difeso dall'avvocato Giuseppe Risadelli, ha ottenuto il patteggiamento a due anni.
Il fascicolo coordinato da Assumma si fonda sulle contestazioni di reato e sui numeri fotografati nei quattro mesi di indagine che vanno dal dicembre 2016 ad aprile del 2017. I reati ipotizzati per il presunto assenteismo o allontanamento dal posto di lavoro (in alcuni casi tradotti con visite al fioraio, alle slot machine, al market), avallato dalla multipla strisciatura dei badge, sono truffa ai danni di un ente pubblico e fraudolenta attestazione della presenza in servizio.
E se la responsabilità penale è personale, è altrettanto vero che gli episodi contestati sono oltre 2000 e l’ammontare delle ore, se frazionato per ogni indagato, a volta si restringe notevolmente.
Come il caso di Giorgio Costantino (classe 1956), dipendente dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro in servizio presso la direzione generale, finito nei guai per 12 ore di assenza dal lavoro e una presunta indebita percezione 138,29 euro.
Poche ore addebitate anche Giuseppe Folino Gallo 50 anni, di Falerna (Catanzaro), dipendente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro: la cifra a lui contestata è di 135,24 euro, per un totale di 9 ore di assenza da lavoro.
In fondo alla classifica invece c’è Antonio Aloi, 47 anni, di Borgia (Catanzaro), dipendente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, ora difeso dall’avvocato Giuseppe Vetrano, 7 ore di assenza per 125,48 euro.
Nell’elenco dei 58 indagati ce ne sono anche 43 che non hanno ricevuto alcuna misura cautelare: anche per questi ultimi, in alcuni casi la somma delle ore non supera le 15 ore.
Come Vincenzo Ursini a cui viene contestato un danno erariale di 226,62 euro per sole 13 ore, 50 minuti e 52 secondi di uscite non giustificate. Stessa sorte per Ivan Mancuso, dipendente Asp, finito nel registro degli indagati per circa 125 euro e 7 ore di assenza.
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