Catanzaro, la maxi inchiesta sulla gestione dei migranti va a finire sul rapporto annuale dell'Ue

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Nunzio Belcaro e Anna Leone

  03 settembre 2019 16:26

Partono dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, le rilevazioni sulle connessioni tra criminalità organizzata e i centri d'accoglienza. Il dato riguarda il 2018.
Nel mirino dei magistrati ci sono le irregolarità nelle gestione degli appalti, dichiarazioni false sui pasti forniti ai migranti: sono queste le ipotesi di reato per cui l'Ufficio europeo antifrode (Olaf) ha raccomandato a Bruxelles di escludere l'Italia dal finanziamento di quasi 1,4 milioni di euro erogati dal Fondo europeo per i rifugiati.

La vicenda è riportata nel rapporto annuale sulle attività antifrode nell'Ue presentato oggi a Bruxelles. La maxi-indagine ha riguardato 84 persone sospettate di avere "legami con i gruppi mafiosi atti a manipolare gli appalti pubblici e ottenere finanziamenti pubblici illeciti". Nel corso degli accertamenti, sono state rilevate diverse violazioni del Codice italiano degli appalti pubblici ed è emersa la violazione della tracciabilità dei flussi finanziari e dei necessari controlli antimafia. 


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