Catanzaro: l'autopsia sul corpo di Cristina, morta dopo un mese in ospedale, conferma una lesione, ricucita, all'altezza dell'esofago

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images Catanzaro: l'autopsia sul corpo di Cristina, morta dopo un mese in ospedale, conferma una lesione, ricucita, all'altezza dell'esofago

Domani alle 16, ad Andali, i funerali

  23 maggio 2022 18:40

 di TERESA ALOI

Ora potranno "salutarla". Potranno dirle addio e portare un fiore sulla sua tomba. E sarà tutta una comunità domani, alle 16 ad "abbracciare"  Cristina Brandi, 69 anni, di Andali, piccolo centro della Presila catanzarese, deceduta lo scorso 15 maggio nel reparto di Rianimazione dell’ospedale "Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro. Potranno stringersi attorno alla famiglia e a tutti coloro che le hanno voluto bene.

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L'autopsia eseguita nel pomeriggio dal dottor Matteo Sacco, medico legale dell'istituto di Medicina legale dell'Università Magna Graecia di Catanzaro (presenti anche i consulenti di parte) ha confermato la presenza di una lesione, suturata, all'altezza dell'esofago. 

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Un calvario, quello raccontato dalla figli Anna dopo la morte della madre al quale è seguita una denuncia che ha portato la procura di Catanzaro ad  aprire un fascicolo a carico di 4 sanitari dell'ospedale "Pugliese-Ciaccio" che hanno avuto in cura la donna, dal 14 aprile al 15 maggio scorso, data del decesso.

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LEGGI ANCHE QUI. Catanzaro, il dramma di Anna: "Vi racconto il calvario di mia madre morta dopo un mese in ospedale"

Un calvario "vissuto" da un reparto ad un altro, dopo una gastroscopia di controllo eseguita all'ospedale catanzarese. "Da quella stanza mamma - ha raccontato Anna -  è uscita su una barella,  coperta da un lenzuolo". Aveva chiesto spiegazioni al medico : sospetta lesione, per la quale si era resa necessaria una Tac. E sarà solo la prima: il referto dell'esame aveva parlato di  una "lacerazione dell’esofago. Bisogna operare - mi aveva detto -  un piccolo taglio e due punti di sutura".

Ma nulla di questo era stato fatto, secondo il racconto di Anna, nell'immediatezza. Il chirurgo non lo aveva ritenuto  necessario, "quel buco si sarebbe chiuso da solo, sarebbe stato sufficiente che per tre quattro giorni a mamma  non venisse somministrato né cibo e né liquidi". Poi, la situazione era precipitata. 

"Mamma- aveva raccontato Anna - era stata intubata e sedata, trasferita nel reparto di Rianimazione in coma farmacologico e sottoposta ad un nuovo intervento: il tumore che si sospettava non cera  e quel buco era stato chiuso". Il 15 maggio, il decesso.  

 

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