Catanzaro. Ogni oltre disabilità con il progetto d'inclusione sociale delle dottoresse calabresi Staglianò e Vetrò

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images Catanzaro. Ogni oltre disabilità con il progetto d'inclusione sociale delle dottoresse calabresi Staglianò e Vetrò

Un’iniziativa in cui, ad essere protagonisti attivi, saranno i bambini ed i ragazzi disabili che potranno confrontarsi con l’ippoterapia, musicoterapia, arteterapia, ortoterapia e cooking therapy, oltre ad incontri che si concentreranno sulla parte emotiva.

  07 gennaio 2021 19:25

di CLAUDIA FISCILETTI

E’ un progetto di inclusione sociale che sarà presentato nel corso del mese di gennaio -covid19 permettendo- quello ideato dalla sociologa Ludovica Staglianò e dalla psicologa Elisa Vetrò, entrambe calabresi. Un’iniziativa in cui, ad essere protagonisti attivi, saranno i bambini ed i ragazzi disabili che potranno confrontarsi con l’ippoterapia, musicoterapia, arteterapia, ortoterapia e cooking therapy, oltre ad incontri che si concentreranno sulla parte emotiva.

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Un progetto particolare, di ampio respiro e, probabilmente, uno dei pochi in Calabria che riesce a coordinare tante terapie in una visione collettiva. “Non è stato facile riuscire ad ingaggiare professionisti delle varie attività, perché in Calabria, questo genere di cose non sono ancora conosciute fino in fondo”, spiega la dottoressa Staglianò che però, con un pizzico di soddisfazione, aggiunge che lei e la dottoressa Vetrò ce l’hanno fatta a preparare tutto per poter partire con l’iniziativa, si spera, nel mese di febbraio, previa presentazione in cui sarà spiegato tutto nei minimi dettagli.

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E’ la Calabria che non lascia indietro nessuno, quella che prende vita dal progetto delle due dottoresse, che hanno iniziato a muovere i primi passi per realizzarlo sin dal lockdown del marzo scorso, ricalcando un po' il progetto di inclusione sociale già ideato in precedenza, “Oltre il cavallo”, (LEGGI QUI) approvato da vari comuni ed indirizzato a tutti i bambini dalla quinta elementare alla seconda media.

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Dallo scegliere spazi ampi e non casuali, come vogliono le buone norme anticovid, al programmare le varie dinamiche a cui i ragazzi potranno accedere alle attività di inclusione sociale: “Non possiamo obbligare i genitori a far seguire tutte le attività, anche per una questione di costi”, spiega la dottoressa Staglianò. In qualsiasi caso è stato organizzato tutto nei minimi dettagli, si attende solo un “via” sicuro per la partenza e, nel frattempo, si pensa ad un nome che possa essere d’impatto e descrittivo dell’intero progetto. “Dovevamo partire già ad ottobre, ma il covid ha bloccato tutto”, ha continuato la dottoressa Staglianò, che sottolinea anche come molti tra gli iscritti abbiano avuto timore della pandemia tanto da essere ancora in dubbio anche in questi mesi, con l’ipotesi dell’arrivo di una terza ondata.

“Il fine ultimo del progetto -ha continuato Staglianò- è si, quello dell’inclusione sociale, ma anche quello di mettere direttamente in campo i ragazzi, che saranno parte attiva, sperimentando nuove cose a livello manuale”, e infatti molte delle attività, oltre a svolgersi alcune nel Maneggio Sirio in cui opera la dottoressa Staglianò, si svolgeranno anche in itinere, e cioè con delle trasferte. Ad esempio, per quanto riguarda l’ortoterapia, c’è un’azienda che se ne occupa nel comune di Vallelonga. “Anche per noi stesse è stata una cosa nuova perché non immaginavamo ci fossero queste realtà nel territorio”, ha concluso poi la dottoressa Staglianò.

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