L’udienza della Corte Costituzionale è stata fissata per l’8 luglio 2025, dopo l’impugnazione formale da parte del Consiglio dei ministri. «Siamo in presenza di un chiaro conflitto normativo – prosegue Rapani – e in questi casi il rispetto delle istituzioni richiede prudenza. È una scelta che tutela la Regione, evita forzature e dimostra la volontà di attendere una decisione definitiva prima di assumere misure che potrebbero avere effetti gravi e irreversibili».
Rapani definisce la posizione del presidente Occhiuto «coerente e responsabile». Il senatore ribadisce che il provvedimento contestato rischia di esporre la Regione a un contenzioso milionario con Sorgenia, società che gestisce l’impianto. «È in gioco non solo la continuità produttiva, ma la credibilità delle istituzioni regionali e il destino occupazionale di migliaia di famiglie. L’impianto del Mercure è strategico per il territorio e per la transizione energetica del Mezzogiorno. Sospendere l’efficacia della norma in attesa della sentenza è un atto che evita danni peggiori».
Infine, Rapani si dice convinto che, con questa posizione, il presidente Occhiuto abbia dimostrato la capacità di gestire con equilibrio un tema complesso, mantenendo un dialogo aperto con il Governo nazionale e rispettando il ruolo della Corte Costituzionale.
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