Il dibattito ha ripreso tutti i temi toccati dal Segretario provinciale nella sua relazione, temi sui quali è stata manifestata la piena condivisione dell’impostazione di Lavia da parte dei Segretari delle Federazioni di categoria e dei responsabili dei servizi Cisl
18 dicembre 2020 11:57«La Ministra del Lavoro Catalfo riprenda urgentemente il confronto con il Sindacato per concertare tutte le misure necessarie in materia di ammortizzatori sociali, politiche attive, formazione e crescita delle competenze per fronteggiare perdite di occupazione e i posti di lavoro a rischio dopo la fine del blocco dei licenziamenti, che andranno ad aggiungersi alle centinaia di migliaia di persone che in questi 12 mesi hanno perso il lavoro: specialmente donne, giovani e precari. Senza adeguate reti di protezione, che ancora non vediamo, nel 2021 rischiamo il disastro economico e sociale» ha detto il Segretario generale aggiunto della Cisl nazionale, Luigi Sbarra nell’intervento a conclusione dei lavori del Consiglio generale della Cisl di Cosenza, convocato in modalità on line.
«Serve una strategia concertata – ha aggiunto il sindacalista –. Dobbiamo unire il Paese, mettere insieme tutte le intelligenze collettive per costruire l’Agenda dei prossimi 20 anni utilizzando in modo pieno e virtuoso le risorse nazionali ed europee. Vanno sviluppate, già in Manovra, tre direttrici: il consolidamento degli ammortizzatori passivi, l’avvio di un solido sistema di politiche attive collegato a formazione e competenze e lo sblocco degli investimenti».
Sotto il profilo delle protezioni passive, ha sottolineato il numero due Cisl, «è indispensabile prolungare la Naspi a 36 mesi senza dècalage, estendere la DisColl per i lavoratori atipici. Occorre ammodernare gli ammortizzatori, allargando la platea a tutti i lavoratori, anche delle piccole e micro imprese, su meccanismi solidali, universali, mutualistici e assicurativi differenziati. Quanto alle politiche attive, va reintrodotto l’Assegno di ricollocazione per i percettori di Naspi, rilanciati i contratti di solidarietà, costruita quasi da zero una rete che sostenga la persona in ogni transizione lavorativa, garantendo l’esercizio del diritto/dovere alla formazione».
Alla base di tutto, ha incalzato Sbarra, «c’è da sbloccare una politica di sviluppo realmente espansiva, inclusiva e anticiclica, fondata su una mobilitazione imponente delle risorse nazionali ed europee su infrastrutture, sanità e pubblica amministrazione, sostegno alla non autosufficienza, sostegno alle Pmi, messa in sicurezza del territorio, riscatto del Mezzogiorno. La questione meridionale sia al centro della strategia nazionale ed europea di sviluppo. Rimuovere le zavorre che rallentano il Sud significa contrastare diseguaglianza ed iniquità, incrementare la produttività nazionale, generare nuova ricchezza. Bisogna mettere in campo energie e competenze di tutti gli attori in gioco. Per questo torniamo a chiedere all’Esecutivo di aprire anche alle Parti sociali la costruzione del Recovery Plan. Siamo ancora ai titoli, ma già troviamo allocazioni deboli specialmente sul versante Sanità. Ad essere decisivo sarà il modello di governance che si intende dare al processo di decisione: ci vuole compartecipazione sociale, ci vuole concertazione».
La relazione introduttiva del Segretario generale della Cisl cosentina, Giuseppe Lavia, ha toccato molti temi legati alla condizione della Calabria e del Paese nel tempo dell’emergenza sanitaria ed economica, «il più buio dal secondo dopoguerra».
Lavia ha evidenziato con forza il fatto che «una sanità normale parte dalla ristrutturazione della rete ospedaliera, dal potenziamento degli ospedali di montagna e di confine e ha il suo cuore nella riorganizzazione della medicina del territorio. Ma è necessario in primo luogo risolvere il problema della grave carenza di personale. Fondamentale sarà proporre alla guida di ASP e AO un management capace di svolgere fino in fondo il proprio compito».
Per quanto riguarda i temi della crescita e dello sviluppo della regione, Lavia ha sostenuto la necessità di «governare l’emergenza e programmare la ripartenza. In questa fase – ha affermato – serve un impegno comune per sbloccare le opere e le risorse ferme, perché senza cantieri non c’è lavoro ed ogni cantiere che si apre è un seme di speranza. Sono troppe – ha sottolineato – le risorse delle politiche di coesione ferme al palo. Sul ciclo di programmazione 2014-20, per il territorio della provincia di Cosenza alla voce investimenti sono assegnate risorse di poco superiori al miliardo di euro per 536 progetti. Ma un progetto su quattro non è stato ancora attivato; 416 sono in corso di realizzazione, molti dei quali in gravissimo ritardo e tanti con pagamenti pari a zero. Solo 6 progetti sono stati portati a termine. Con il patto per la Calabria che vale 1,1 miliardo e che registra pagamenti effettuati al 31 agosto scorso per soli 20 milioni di euro. L’elenco delle opere che procedono a rilento o sono completamente ferme è troppo lungo».
«Condividiamo perciò – ha proseguito il Segretario provinciale della Cisl di Cosenza – l’appello di Annamaria Furlan al Governo: si cambi marcia. Si apra il confronto sugli investimenti del Recovery fund. Utilizziamo queste opportunità per unire il Paese ripartendo dal Mezzogiorno. La bozza del piano non ci convince, specie sulle infrastrutture: 27 miliardi, di cui 23 per l’alta velocità ferroviaria e 4 per la manutenzione stradale. Per il nostro territorio, il Recovery plan deve prevedere il completamento dell’A2 nel tratto Cosenza-Altilia e della S.S. 106 lungo tutto il suo tracciato. La “diagonale del mediterraneo”, il progetto di alta velocità che il governo si avvia a proporre, non precluda il futuro della linea ferroviaria ionica. Al contrario, è necessaria un’alta velocità di ultima generazione per il Sud e per la Calabria. Chiediamo, inoltre, attenzione per il Porto di Corigliano, con la realizzazione degli interventi per un suo pieno utilizzo».
Per il Segretario provinciale «di fronte all’attacco strumentale alla Cisl di questi giorni, rispondiamo occupandoci delle urgenze del paese. La Cisl è impegnata in un grande lavoro, la sua guida affidata ad Annamaria Furlan e Luigi Sbarra, due grandi sindacalisti ai quali va la nostra stima ed il nostro apprezzamento. A noi – ha concluso Lavia – rimane il compito di rappresentare i bisogni dei nostri associati, di proseguire il nostro impegno per la persona e per il lavoro. Ci sono catene da spezzare. C’è una Calabria che reagisce. Ripartiamo dal lavoro che difende il lavoro».
Il dibattito – approfondito e partecipato – ha ripreso tutti i temi toccati dal Segretario provinciale nella sua relazione, temi sui quali è stata manifestata la piena condivisione dell’impostazione di Giuseppe Lavia da parte dei Segretari delle Federazioni di categoria e dei responsabili dei servizi Cisl, con grande disponibilità all’impegno comune.
In particolare, nel corso del suo intervento, il Segretario generale di Cisl Calabria Tonino Russo, cui era stata affidata la presidenza della riunione, ha tra l’altro informato il Consiglio sull’incontro dei tre Segretari confederali regionali con il Commissario della Sanità, Guido Longo. «È stato un colloquio proficuo e costruttivo – ha detto Russo –, al quale ha partecipato anche il Dirigente generale del Dipartimento alla Salute della Regione, Dottor Bevere: segnale positivo di una nuova fase di collaborazione tra Regione e Ufficio del Commissario. Dal Prefetto Longo sono state date assicurazioni sulla volontà di procedere in tempi brevi alla nomina dei nuovi manager dell’ASP e dell’AO nonché sulla proroga dei contratti in scadenza del personale precario della Sanità. Ci è stato poi comunicato che si sta procedendo alla riorganizzazione del Dipartimento della Regione. Ci incontreremo nuovamente subito dopo le festività natalizie – ha detto il Segretario generale della Cisl calabrese –, con la presenza delle Federazioni dei Medici e del Pubblico Impiego, per avviare un tavolo di confronto permanente sulla riorganizzazione delle reti territoriale e ospedaliera e sui nodi relativi al personale: scorrimento delle graduatorie esistenti, stabilizzazione dei precari, attivazione delle procedure concorsuali per le nuove assunzioni».
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