"Prendo atto che L’on. Ferro ha evitato di rispondere agli imbarazzanti quesiti di natura politica che le ho posto, preferendo buttarla sul personale terreno a lei congeniale per continuare a confondere gli elettori del centrodestra, che la assicuro non nutrono alcun dubbio sull’area di appartenenza politica del sottoscritto. Ne ho voglia di ricordare a Wanda Ferro il mio diverso modo di fare politica, io a cercarmi il consenso tra la gente lei sempre in attesa di una nomina d’ufficio calata dall’alto. Ci sarà tempo e modo per ristabilire tante altre verità magari in un momento in cui lei potrà essere più lucida, serena e meno nervosa. Nella memoria dei catanzaresi è ben impressa l’immagine plaudente di Wanda Ferro sotto il palco di Rosario Olivo alle comunali del 2006. Pertanto, non potrebbe stupire oggi l’immagine di una Wanda Ferro applaudente e adorante sul palco di un candidato a sindaco di sinistra sul quale già sono confluiti Lega e Forza Italia. Candidato che è e resterà sempre orgogliosamente di sinistra come ha scritto il portavoce dello stesso. La scusa del “male minore” è sempre valida per giustificare le proprie scelte e probabilmente le proprie deficienze. Se il centrodestra di Catanzaro non è riuscito ad esprimere un proprio candidato credo che la responsabilità maggiore ricada su chi ricopre ruoli anche a livello nazionale. E di questo dovrà risponderne davanti al popolo del centrodestra e al tavolo nazionale della coalizione". E' quanto si legge in una nota di Domenico Tallini.
"Non sappiamo se l’on. Ferro consulta la rassegna stampa nazionale. Il fallimento del centrodestra di Catanzaro - prosegue - è già stato oggetto di articoli e commenti di quotidiani come Avvenire, Il Fatto Quotidiano, Repubblica e non è difficile immaginare che anche altre testate utilizzeranno la “sceneggiata napoletana” per screditare l’unità del centrodestra in vista delle elezioni politiche. Qualche commentatore ha anche osservato ironicamente che se dovesse passare il “metodo Catanzaro” il centrodestra nazionale potrebbe candidare a premier Walter Veltroni, a patto che stracci la tessera del PD".
"Si ha avuto l’impressione fino a questo momento che siano stati organizzati tavoli per far finta di fare decidere molti alleati della coalizione ma che di fatto le decisioni erano state già prese altrove. Quando diciamo che la candidatura del professore della sinistra nasce non a Catanzaro, ma a Vibo Valentia, siamo molto vicini alla verità. “Catanzaro provincia di Vibo Valentia” è il progetto inquietante che ci viene proposto. L’operazione, neanche tanto nascosta di Fratelli d’Italia, - conclude - è stata quella di mandare avanti Coraggio Italia, Lega e Forza Italia, in modo da “costringere” l’on. Ferro a salvaguardare l’unità del centrodestra, accettando “a malincuore” l’accordo. Ma non servirà. Si tratta della “sceneggiata napoletana” a cui facevo riferimento nella mia prima nota. Farebbe in tempo anche oggi l’on. Ferro a convocare tutto il centrodestra e cercare una soluzione. Mancano due mesi abbondanti al voto. I nomi su cui discutere li abbiamo. Ma ho contezza che il copione della sceneggiata napoletana sia già stato scritto. Manca solo l’entrata in scena dell’ultima protagonista".
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