Conferenza dei sindaci nel cosentino, richiesto l'incontro con Speranza. Oliverio: "Preoccupazioni giuste"

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  13 novembre 2019 21:25

"La Conferenza  dei Sindaci della Provincia  di Cosenza sulla sanità, che abbiamo condiviso da oggi dovrà tenersi mensilmente, all'unanimità chiede un incontro al Ministro della salute Speranza. In questa regione, sulla sanità, i Sindaci, hanno sempre subito decisioni calate dall'alto, rimanendo tuttavia essi soltanto i principali destinatari del gravissimo disagio quotidiano patito dalle popolazioni. Siamo noi, infatti, Primi Cittadini che combattiamo ogni giorno per evitare la chiusura di reparti e quindi la soppressione di servizi fondamentali. La Conferenza dei Sindaci deve finalmente veder tornare il protagonismo delle comunità e dei territori sulla difesa del diritto alla salute, sulla quale altre istituzioni hanno fallito. È sicuramente fallito il modello commissariale. Parte da oggi un nuovo protagonismo dei Sindaci per chiedere con urgenza al Ministro il superamento del commissariamento, lo sblocco delle assunzioni e un nuovo modello di sanità per la Calabria. Auspichiamo che altri territori convochino le altre conferenze dei Sindaci".

 Sono, questi, i passaggi principali dell’intervento conclusivo del Sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi che ha convocato e presieduto la prima Conferenza dei Sindaci dell’Ambito territoriale dell’azienda sanitaria di Cosenza sul tema sanità che per la prima volta si è tenuta non soltanto raggiungendo il numero legale, ma facendo registrare una importante partecipazione con 56 comuni presenti per 370.067 abitanti rappresentanti su 711.739 totali pari ad oltre il 50% degli abitanti della Provincia di Cosenza.  

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La Conferenza è stata ospitata oggi (mercoledì 13) nella sala del consiglio provinciale di piazza XV Marzo, nella Città di Telesio, alla presenza del Presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci che nel suo intervento ha sottolineato, tra le altre cose, il malfunzionamento dei Pronto Soccorso legato alle carenze della rete dei servizi sul territorio.

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Insieme – ha detto il Sindaco di Cariati Filomena Greco – possiamo entrare nella programmazione e cambiare la sanità calabrese. Dobbiamo lavorare in rete. Occorre darci un cronoprogramma e una tempistica per porre in essere le azioni necessarie. Cerchiamo di far realizzare le cose già approvate ed autorizzate come le case della salute prima di perdere i finanziamenti già stanziati. - Di sanità calabrese in metastasi ha parlato il Sindaco di Caloveto Umberto Mazza, sottolineando la necessità di mobilitarsi rispetto al passato.

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Virginia Marotti, Sindaco di San Marco Argentano ha definito l’incontro di oggi un evento storico  perché ha radunato tanti Sindaci che per la prima volta discutono di sanità e lavorano per risolvere i tanti problemi. Sulla stessa linea i Primi Cittadini di San Giovanni in Fiore e Castrovillari, Giuseppe Belcastro e Mimmo Lo Polito, esprimendo soddisfazione per la prima Assemblea sulla sanità dopo anni di silenzio. Tra gli altri intervenuti anche il sindaco di Marzi, Rodolfo Aiello, quello di Piane Crati, Michele Ambroggio, di Crosia Anrtonio Russo, di Paola Roberto Perrotta e del Presidente dell’Anci Calabria Gianluca Callipo .

La situazione sanitaria in Calabria – ha sottolineato Franco Mundo, Sindaco di Trebisacce - è drammatica. Il sistema è al collasso. Non si riescono a garantire né l’assistenza ospedaliera né le emergenze-urgenze, ma addirittura mancano i medici di base nei piccoli comuni dell’entroterra. Vi è la necessità di superare al più presto l’emergenza con l’assunzione veloce del personale sanitario, sopratutto sviluppare una idea di sistema sanitario calabrese. Non si può vivere alla giornata. - I nostri ospedali non hanno medici – ha convenuto il sindaco di Acri Pino Capalbo - le assunzioni devono essere sbloccate.

Successivamente è intervenuto il presidente della Regione Mario Oliverio: "Le preoccupazioni espresse dalla Conferenza provinciale dei Sindaci di Cosenza sullo stato in cui versa la sanità sono assolutamente da condividere". Lo afferma, in una nota, il presidente della Regione Mario Oliverio. "Va interpretato come un atto di responsabilità - prosegue la nota - l'appello che i Sindaci intendono rivolgere al Ministro Speranza affinché si possa attuare una azione interruttiva della linea che i diversi governi nazionali hanno finora indicato per la gestione del servizio sanitario regionale calabrese. O il Ministro Speranza è in grado di dare una svolta oppure sarà irreversibile il baratro verso cui precipiterà grande parte dei servizi sanitari, assistenziali ed ospedalieri. Il Governo nazionale deve lavorare per invertire il trend di una gestione commissariale che invece di risanare i conti e riqualificare i servizi, dopo oltre un decennio, è divenuta essa stessa fonte di crisi e di disservizio. Vanno innanzitutto abrogati o almeno immediatamente modificati i contenuti del famigerato Decreto Calabria. Prima di tutto bisogna garantire i livelli di sicurezza delle prestazioni ospedaliere e a questo fine va sbloccato il turn-over per consentire la stabilizzazione dei lavoratori precari e consentire nuove immissione nei ruoli organici degli ospedali e delle aziende sanitarie. Non si può, inoltre, ancora indugiare per la definizione di un piano di investimenti per l'ottimizzazione e l'adeguamento dei livelli tecnologici degli impianti e delle attrezzature sanitarie". "In questi anni - sottolinea ancora il presidente della Regione - è stato precluso all'amministrazione regionale di poter programmare ed effettuare un governo della sanità calabrese. In particolare, durante la mia esperienza di governo, sono stati accentuati ed estesi i poteri dell'Ufficio del Commissario, senza però rivolgere l'attenzione ai bisogni dei calabresi. Non è un caso che i disavanzi sanitari sono vorticosamente aumentati e sono sempre più diminuiti i livelli essenziali di assistenza. Il comparto della sanità, pur se investe i due terzi della disponibilità finanziaria del bilancio regionale, è stato l'unico settore su cui la Regione che rappresento non si è potuta cimentare. Ciò non è soltanto lesivo del principio dell'autonomia regionale ma è stata la via per subordinare l'organizzazione della sanità calabrese a scelte centraliste, addirittura funzionali, al potenziamento di modelli sanitari delle regione del centro e del nord". "L'incredibile vicenda della cessione di fatto alla Regione Veneto della organizzazione della rete chirurgica ospedaliera - conclude Oliverio - è solo l'ultima dimostrazione".

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