Immobili e conti correnti per un valore di oltre 5 milioni di euro sono stati confiscati ad un imprenditore edile del Mantovano ritenuto dalla Dia e dai carabinieri contiguo alla 'ndrangheta.
Nel mirino è finito il 45enne Giacomo Marchio, originario della provincia di Crotone e da anni residente a Curtatone, in provincia di Mantova. L'imprenditore era stato condannato in secondo grado a due anni per favoreggiamento personale nell'ambito dell'operazione Pesci che aveva rivelato l'infiltrazione delle cosche della 'ndrangheta nel tessuto economico della Lombardia orientale. Durante queste indagini svolte dalla Dia di Brescia era stata dimostrata la pericolosità sociale di Marchio, già condannato in via definitiva nel 2013 per fatti di usura, proprio per la sua accertata contiguità alle cosche. Il Tribunale di Brescia, nel 2018, aveva emesso un decreto di sequestro e confisca dei beni dell'imprenditore, contro cui aveva presentato ricorso. Adesso la corte d'Appello di Brescia lo ha rigettato e si è proceduto alla confisca di beni e rapporti finanziari per oltre 5 milioni di euro.
Nel pacchetto ci sono quote di società e relativi compendi aziendali e decine fra appartamenti, magazzini, garage e terreni sia in provincia di Mantova sia in quella di Crotone.
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