A margine della seduta consiliare di stamane a Rende, i consiglieri di maggioranza sono voluti intervenire in merito agli accadimenti degli ultimi giorni che hanno visto protagonisti alcuni colleghi annunciare le proprie dimissioni: “Armiamoci e partite: ma chi parte ? Una pagina di alta politica quella che abbiamo avuto l’onore di sfogliare durante quello che si preannunciava un consiglio comunale infuocato. Una pagina riassumibile in una frase proverbiale: Armiamoci e partite. É esattamente questa la triste scena cui hanno assistito increduli i cittadini e le cittadine di Rende stamane. Con molta probabilità abbiamo sopravvalutato l’avversario senza valutare con logica e raziocinio che non era poi cosi fantasioso pensare ad un esito tanto infausto”.
“I consiglieri Beltrano, Bonanno, Cuzzocrea, De Rose, Monaco, Morrone, Pulicani, Principe, Superbo e Talarico hanno stilato un documento in cui minacciavano le proprie dimissioni chiedendo di inserirlo all’ordine del giorno nel Consiglio Comunale odierno. Nelle more ricercano affannosamente numeri e quorum, qualcuno si "sposta", pur rimanendo dalla stessa parte, qualcuno esterna affermazioni - more solito - superficiali e qualunquiste, con le quali si pretenderebbe di supportare la richiesta di dimissioni del Sindaco di Rende, perché "alla mancanza di una guida politica forte... si associa la fatica della gestione dell'ente" ed i cittadini "avrebbero diritto ad una macchina comunale in piena efficienza. Poi, improvvisamente, durante il tanto atteso Consiglio il o i promotori del golpe decidono di sottrarsi ai rischi dell’azione promossa o perorata esortando i più giovani a combattere. Nulla di fatto: dinanzi alla possibilità di colpire l’avversario pubblicamente e non attraverso i social o a mezzo stampa nessuno alza la mano. A quel punto il Presidente del Consiglio Gaetano Morrone non ha potuto far altro che sciogliere il consiglio e di tutta risposta cosa fanno i consiglieri di minoranza? Lo attaccano per non aver insistito a sufficienza per spronare i timidi oppositori ad intervenire su un documento da loro stessi concertato. Cosa aspettavano? Tanto rumore per nulla!”, prosegue la nota a firma della maggioranza.
“Questo è esattamente ciò che si verifica quando si sostiene che tutto va male, ma la colpa è sempre degli altri, quando si afferma che le cose devono cambiare e che la responsabilità del cambiamento deve ricadere sulle spalle degli altri…quando si ritiene di essere così intelligenti da riconoscere quali sono gli errori e quale dovrebbe essere il cammino da seguire, quando sì avvicina il momento di assumersi responsabilità o forse di mettersi seriamente al lavoro ed improvvisamente si diventa straordinariamente ritrosi ed evasivi. E ci dispiace, ma fare opposizione non significa siglare accordi di occasione pur di raggiungere un obiettivo a discapito della opposta fazione.
Fare opposizione non significa speculare sulle emergenze affollando i social o le chat dei cittadini e delle cittadine di notizie faziose e poco attinenti ai fatti, non significa diffondere insicurezze, paure tensioni attraverso il supporto di testate giornalistiche amiche o attraverso l’aiuto di pseudo giornalisti privi di scrupoli che pur di aumentare gli ascolti sono disposti a travalicare il limite del legale, del buon senso, del diritto di cronaca. Fare opposizione non significa trincerarsi dietro associazioni, sigle sindacali o partiti in cerca di iscritti mistificando il senso e il valore di una legittima e chiaramente condivisa presa di posizione contro le mafie. l’organizzazione e la capacità di una sana e leale opposizione, non si misura attraverso la demonizzazione dell’avversario politico sulla base di accuse non confermate. Fare opposizione significa ben altro, anzi completamente altro. E questo lo può affermare a gran voce chi dall’altra parte, in presenza di circostanze molto simili, non ha mai pensato per un solo istante di screditare e rendere l’avversario ancora più vulnerabile utilizzando tali mezzi. Queste non sono le espressioni di legittimo contrasto tra esponenti politici. Il mestiere dell’opposizione si sostanzia in esercizio critico e propositivo, in impegno tendente al miglioramento, tramite sollecitazioni anche forti ma pur sempre leali e corrette.
Obiettivo dell’opposizione non dovrebbe essere quello di voler far cadere una amministrazione a tutti i costi, ma è quello di cercare di farla funzionare al meglio nel rispetto del proprio mandato e soprattutto nel rispetto dei cittadini e delle cittadine che condividono e coltivano attese di buon governo. Ma questi obiettivi dai nostri consiglieri e consigliere di minoranza sono chiaramente sottovalutati, sminuiti, disattesi forse non compresi. Beh, allora è il caso di spiegare a chi straparla che questa amministrazione non è affatto in fase di stallo, ma è riuscita ad intercettare i fondi del PNRR che ci permetteranno di poter intervenire in maniera capillare sul territorio comunale.
Poi, giusto per non sfuggire alle domande (rectius, provocazioni), si deve far presente a chi invoca "interesse legittimo" "normalità" a favore dei cittadini rendesi che questi ultimi di certo non sarebbero garantiti con le eventuali dimissioni di Sindaco e/o Consiglieri, perché - in tale ipotesi - l'unica certezza sarebbe rappresentata dalla presenza di un Commissario, il quale - ovviamente - avrebbe bisogno di molto tempo prima di poter "guidare" consapevolmente la macchina amministrativa, per non parlare del lungo periodo (che i Cittadini ricordano perfettamente) che deve trascorrere prima di poter affidare la parola alle urne. Quindi, anziché invocare per la Città una guida "forte", bisognerebbe preoccuparsi di una guida "sicura", per il bene della Città e dei suoi Cittadini e delle sue Cittadine. Forse sarebbe più opportuno invocare le surroghe dei consiglieri dimissionari, forse gente nuova e più fresca sarebbe un toccasana per una opposizione leale e propositiva”, si conclude la nota.
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