"Il più grande esodo della storia moderna è stato quello degli Italiani: dall’unità d’Italia ad oggi più di 30 milioni hanno lasciato il nostro Paese; di fatto, non esiste parte del mondo in cui non si siano formate comunità “derivate” o “doppie” di nostri connazionali e la Calabria è stata tra le regioni a dare uno dei contributi maggiori alla diaspora, 7 milioni sono i calabresi sparsi nel mondo. Migliaia di nostri corregionali che con talento, intuito e sacrificio hanno raggiunto ruoli apicali in diversi settori della società, rappresentando dei veri e propri modelli di riferimento in ambito economico, sociale e istituzionale. Competenze, beni, capacità, professionalità che hanno contribuito al benessere delle realtà di cui sono diventati parte integrante, una risorsa inestimabile, sottovalutata finora, che può essere una formidabile opportunità di crescita culturale ed economica per la regione d’origine. Molti di loro oggi chiedono di poter prestare il proprio impegno, il proprio know-how, la propria rete di relazioni per incentivare e promuovere azioni, in una sorta di una contaminazione culturale continua. Dal ricordo malinconico (a volte retorico) del passato ad una progettualità seria e mirata che determinerà un ritorno d’immagine, sociale ed economico notevole per i luoghi interessati". Lo dice Orlandino Greco, segretario Federale Italia Del Meridione
"Negli ultimi anni i Calabresi nel mondo sono stati rappresentati da una Consulta nominata dalla Regione Calabria che è diventato, soprattutto negli ultimi anni, uno strumento rilevante e di valore nel riconoscere l’importanza dei nostri corregionali all’estero. La Legge regionale n. 8 del 2018 in materia di relazioni tra la Regione Calabria, i Calabresi nel mondo e le loro comunità, infatti, la riconosceva di fatto e grazie alla quale sono state realizzate iniziative e progetti per riavvicinare le comunità dei nostri corregionali sparsi nel mondo. La revisione della legge regionale ha costituito un passaggio importante anche perché ha consentito di riportare l’attenzione sul ruolo e sul funzionamento di un organo che per un certo periodo aveva conosciuto una sorta di stasi indotta oltretutto da vicende esterne che ne avevano anche incrinato la credibilità agli occhi della pubblica opinione. Ma la Consulta, nel quadriennio 2016-2019, ha introdotto delle innovazioni importanti ed ha avviato nuove attività: dalla promozione dei cosiddetti “grandi progetti” che hanno sollecitato la capacità creativa e progettuale di declinare in diversi modi il rapporto con la Calabria e di veicolare idee nuove che vanno oltre la semplice riproduzione di un sentimento nostalgico di appartenenza, ad interventi atti a?favorire forme di partnership delle associazioni e federazioni con altri soggetti pubblici e privati, come le Camere di Commercio e le Università, in un coinvolgimento bipartisan. Tra le iniziative più interessanti anche quella di ricerca sulle esperienze di vita ed i percorsi professionali dei Calabresi che vivono all’estero. Sono state raccolte oltre 150 storie personali, racconti di vita, testimonianze positive e negative, che diventano memoria del vissuto di centinaia di migliaia di corregionali che hanno lasciato la terra natia nel corso degli anni. La Consulta ha operato, quindi, in un orizzonte ampio, diventando un soggetto capace di fare network, di favorire forme di cooperazione, di promuovere eventi che hanno avuto un certo impatto anche sul piano mediatico, senza dimenticare la azioni di supporto all’export e promozione dei consorzi per l’internazionalizzazione. Inoltre, come rappresentante istituzionale ho presieduto al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero Ministero degli Affari Esteri segnala (CGIE), dove sono stati esaltati i passi avanti compiuti dalla Regione Calabria proprio con l’avvio della Consulta. Un importante strumento di conoscenza e comunicazione che per primo ha favorito il turismo di ritorno o delle radici, di cui oggi si scopre il valore e le potenzialità, ha avviato progetti di scambio culturale tra studenti calabresi in Italia e nel mondo, incontri con Enti e buyer internazionali, corsi di italiano e di cucina calabrese per i figli degli emigrati. Una vera e propria istituzione che, collaborando a stretto contatto con la Regione, ha fatto sentire con forza la propria presenza con le comunità, le associazioni e le federazioni di calabresi in tutto il mondo. C’è un patrimonio di relazioni, di progetti, di iniziative che non può andare disperso, guardo quindi con interesse e piacere alla nuova consulta che dopo l’iniziale défaillance la nuova Giunta, che con la scelta di destinare 30.00,00 € a fronte dei 300.00,00 € di fatto sospendeva i lavori della Consulta, sembra essere ritornata sui propri passi riconfermando quell’antico legame con la nomina dei neo consultori e l’avvio di una nuova e probabile progettualità", spiega Greco.
"Anche se sono passati diversi mesi e nella sostanza, visto anche il momento, ancora poco è stato fatto, ringrazio il presidente della Regione ff Spirlì per l’impegno preso nei giorni scorsi a favore della consulta, con l’augurio che il riallacciare i rapporti e le proposte avanzate non siano soltanto uno specchietto per le allodole ma delineino una reale ripartenza. La crisi post pandemia che tutto il mondo sta vivendo dovrebbe far riflettere e portare a stringere legami no a reciderli, soprattutto in virtù di quell’immagine positiva e di quel racconto propositivo della Calabria di cui loro stessi sono diventati ambasciatori, rappresentando una risorsa importante per il futuro della regione. Un lavoro, quindi, che era già stato avviato, processi virtuosi messi in atto, molti progetti in itinere, che per la Calabria hanno rappresentato un aprirsi al mondo, proprio grazie a quel ponte che da sempre ha rappresentato un legame imprescindibile con la propria terra. Ho avuto per cinque anni l’onore di lavorare al fianco dei consultori e pensare di disperdere quanto costruito non è soltanto una mancanza di rispetto per chi si è impegnato con dedizione e convinzione, sostenendo anche spese molto più ingenti del reale contributo riconosciuto, è un errore per l’immagine della Calabria in Italia e nel mondo, convinto che non rappresenti più una scommessa ma un reale investimento", ha concluso Greco.
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