“Continua, nell’ignobile silenzio generale, la strage dei poveri malati che muoiono negli ospedali senza un familiare accanto. I casi di tre povere donne(malate non Covid), tra cui una disabile grave e non autosufficiente, morte all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza senza, che , per colpa delle regole anti Covid, abbiamo avuto la possibilità di avere accanto un familiare, sono state, negli ultimi giorni, segnalate, dai familiari di queste persone decedute, al Movimento Diritti Civili, che da diversi giorni sta portando avanti, sulla sua pagina Fb, una battaglia per far cancellare questa inaudita crudeltà”!
E’ quanto denuncia il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli. “Adesso basta! Non si può continuare a chiudere gli occhi e far finta di nulla di fronte a questa vera disumanità, il dramma vero e, purtroppo, silenzioso, che, per colpa, del Covid, si sta verificando, negli ospedali (ma vengono segnalati casi simili anche nelle cliniche private), dove ai malati, delle diverse patologie (non dovute all’epidemia), viene di fatto impedito di poter incontrare un familiare(anche uno solo!) e tanti di loro addirittura, come è accaduto anche negli ultimi giorni, a tre povere donne, muoiono senza avere accanto, né visto, per l’ultima volta, senza quindi neppure il loro conforto, un congiunto”.
Il leader di Diritti Civili invita tutti quelli che “vergognosamente continuano ad ignorare questa crudeltà ad avere il coraggio e l’onestà di andare a vedere le denunce dignitose che i familiari(una sorella dell’anziana disabile e le figlie delle altre due donne), di queste povere, sfortunate persone, hanno fatto, con poche sofferte parole, sulla pagina Fb di Diritti Civili”.
Corbelli riferisce inoltre anche quanto accaduto ieri “al padre di un collega e amico giornalista, il quale mi ha chiamato ieri sera, mentre era in strada, davanti all’ingresso dell’ospedale di Cosenza, dov’era stato in giornata trasferito l’anziano padre disabile(malato non Covid), da una clinica privata dove si trovava da due mesi ricoverato(senza anche in questo caso che avesse mai potuto vederlo tranne che in una sola occasione per qualche istante), da poco trasferito, da una clinica privata. A questo collega non solo è stato impedito di entrare e vedere il padre ma non gli veniva data neppure alcuna informazione sulle condizioni del suo genitore. E’ questo quello che Diritti Civili denuncia con forza e sdegno e chiede, ancora una volta, alle, purtroppo silenti e latitanti, autorità preposte di intervenire e porre fine a questa inumanità! Ministero Salute, Presidente Regione, Commissario Sanità. Chi di loro ne ha la competenza non può continuare a tacere e non intervenire! Mi chiedo : dove sono le istituzioni e i partiti? Dov’è la cosiddetta società civile? Dov’è la stampa, che, tranne poche, lodevoli eccezioni, sta ignorando questo dramma umano!”.
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