Corbelli (Diritti Civili): “I familiari ora possono incontrare i parenti ricoverati all’Annunziata di Cosenza"

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Franco Corbelli

"Occorre adesso ritornare alla normalità, tutti i giorni una visita, anche se ad un solo familiare”. Da tutta la Calabria migliaia di adesioni alla battaglia e al messaggio di Corbelli, promossi dalla pagina Fb di Diritti Civili.

  29 settembre 2020 19:44

 Vinta una prima importante battaglia di Civiltà, di straordinario valore umano. Cancellata una inaudita disumanità. I familiari possono incontrare i parenti ricoverati nell’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza. Per un’ora, tre volte la settimana, a giorni alterni.

Ma la battaglia del leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che va avanti ininterrottamente da oltre un mese, per far cancellare la disumanità dei poveri malati (non Covid), che continuano a morire negli ospedali senza un familiare accanto, non si ferma e dopo aver ottenuto questo primo, importante e significativo risultato, punta ad annullare completamente la crudeltà con il ritorno alla normalità, che consente ai parenti di recarsi in ospedale tutti i giorni per far visita ai loro congiunti, negli orari previsti e nel rigoroso rispetto, naturalmente, di tutte le norme anti Covid.

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Oggi i familiari possono, su formale richiesta e regolare autorizzazione della autorità sanitaria, vedere i loro parenti ricoverati tre volte la settimana, per un’ora la volta (a loro scelta in uno dei due orari previsti, a mezzogiorno o il pomeriggio) e a giorni alterni(martedì, giovedì e sabato, quelli che vengono indicati nel modello predisposto dall’ospedale Annunziata).

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Lo rende noto, con un video messaggio sulla pagina Fb di Diritti Civili, che sta facendo registrare migliaia di adesioni e visualizzazioni da tutta la Calabria, lo stesso Corbelli, che esprime la sua “moderata soddisfazione per questo primo, importante risultato, che fa finalmente vedere una piccola luce in fondo al tunnel della disumanità dei malati ricoverati, senza poter vedere e avere un parente accanto! Una grande conquista civile ottenuta in Calabria. Nel resto del Paese, purtroppo, pare, da come si apprende e legge anche sulla stampa, ancora no”.

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“Nella nostra regione c’è la possibilità per i familiari di poter incontrare i loro parenti ricoverati in ospedale. Quello che occorre fare è recarsi all’ingresso principale dell’ospedale, dell’Annunziata in questo caso (ma credo che valga naturalmente anche per tutti gli altri nosocomi), chiedere di poter andare presso la direzione medica per presentare la richiesta di una visita e un incontro con il parente ricoverato.  Il familiare deve compilare un modello e naturalmente nel rigoroso rispetto delle norme anti Covid, viene concessa l’autorizzazione per incontrare il proprio parente., tre volte la settimana, a giorni alterni e per un’ora la volta, che sceglie il richiedente (alle ore 13 o alle 18.).  E’ questo un grande, importante risultato, di straordinario valore umano, che si è ottenuto. In attesa che l’autorizzazione per la visita sia estesa a tutti i giorni della settimana e non solo tre volte ogni sette giorni, afferma Corbelli. Ricordo solo che sulla pagina Fb di Diritti Civili, da dove abbiamo promosso questa battaglia di civiltà, umanità e giustizia, ci sono le drammatiche testimonianze di alcuni familiari(le figlie) che hanno perso la mamma, malata (non Covid) e ricoverata, senza poterla vedere. Una crudeltà inaudita, contro cui Diritti Civili continua da oltre un mese a combattere, purtroppo da solo, nell’indifferenza generale delle istituzioni, dei partiti e della cosiddetta società civile”.

Domenica scorsa intanto anche il Tg Rai Calabria, diretto da Pasqualino Pandullo, ha realizzato, con l’inviata Emilia De Simone, una serie di servizi davanti all’ospedale di Cosenza, intervistando Corbelli, che ha ribadito, con forza, la “sua ferma volontà di continuare la sua battaglia di civiltà sino a quando la disumanità non sarà completamente e definitivamente debellata con il ritorno alla normalità e il rispetto dei diritti dei familiari e dei pazienti ricoverati di potersi vedere e incontrare ogni giorno, come è sempre stato e come deve ritornare ad essere in un Paese civile”.

 

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