Corigliano-Rossano. Il sindaco Stasi: "Il tribunale è una questione nazionale"

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Il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi
  13 giugno 2020 17:18

"Con le ultime dichiarazioni del procuratore capo della DDA di Catanzaro Nicola Gratteri in commissione parlamentare antimafia, che ha autorevolmente ribadito quanto questo territorio va motivando da anni, ovvero l’errore e l’assurdità consumatisi con l’ingiusta ed illogica chiusura del Tribunale di Rossano, possiamo considerare definitivamente chiusa una fase storica. Finisce cioè una lunga fase nella quale, a fronte di un sentimento e di azioni di protesta istituzionale e mobilitazione che non si sono mai interrotte, è comunque formalmente prevalsa di fatto la tesi istituzionale secondo la quale sull’argomento non c’era più null’altro da aggiungere, quando erano e sono la storia ed i dati ad affermare prepotentemente il contrario. Su tutto ciò oggi si apre una breccia importante ed autorevole".

È quanto dichiara il Sindaco Flavio Stasi esprimendo soddisfazione e riconoscenza per l’attenzione lucida che Gratteri ha voluto e saputo destinare a quella che era e rimane una evidentissima ferita aperta dallo stesso Stato rispetto alla tutela fondamentale del diritto alla giustizia su tutto il territorio nazionale.

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"Quelle affermazioni, che ripeto chiudono un’epoca, fatte in quella sede e lette alla luce sia della nuova realtà della Città di Corigliano-Rossano sia dell’oggettiva recrudescenza criminale che negli ultimi tempi sta interessando tutta la nostra area, tra vecchi problemi e nuovi appetiti, suonano – prosegue il Primo Cittadino – come una sveglia stridente rispetto a quanti in questo momento rappresentano, a vario titolo, le istituzioni di questo Paese".

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"La scellerata chiusura di quello che oggi dovrebbe essere il Tribunale della terza città della Calabria è una questione nazionale, che non può e non deve più essere relegata a semplice rivendicazione territoriale o incastrata da equilibrismi politici, ma che invece rappresenta una inaccettabile stortura istituzionale non degna di un Paese civile.  Si tratta di dati incontrovertibili dai quali partire – conclude Stasi – chiamando a raccolta tutte le rappresentanze istituzionali del territorio e della Regione Calabria per esigere, in modo unitario un confronto urgente, diretto e risolutivo col Governo".

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