Corigliano Rossano, Rapani: "La riapertura del Tribunale sia una battaglia di tutta la Calabria"

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 Appello all’unità lanciato da Corigliano-Rossano: proposta la convocazione di un Consiglio comunale aperto a settembre

  04 agosto 2025 12:59

«Il caso Corigliano-Rossano deve diventare un caso Calabria». È con queste parole che il senatore Ernesto Rapani, relatore del provvedimento in Commissione Giustizia e presidente del comitato ristretto   ha aperto il suo intervento nell’incontro tenutosi davanti all’ex tribunale della città unica. Una manifestazione dal carattere istituzionale e civico, senza simboli di partito, alla quale hanno partecipato cittadini, avvocati, amministratori e rappresentanti del mondo civile. Il tema è noto: la richiesta di riaprire il presidio giudiziario soppresso con la riforma delle circoscrizioni. Ma il messaggio di Rapani va oltre: chiama a raccolta tutta la rappresentanza calabrese, dai parlamentari ai consiglieri regionali, e punta a trasformare la questione in una battaglia condivisa. «Non è più il tempo dei distinguo – ha detto –. È l’unico caso in Calabria. Serve l’impegno di tutti, a prescindere dall’appartenenza politica». Da qui l’appello alla compattezza, indicata come condizione necessaria per ottenere sostegno a livello nazionale: «Lo faranno solo quando vedranno che siamo realmente uniti».

Un percorso parlamentare e una proposta concreta

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Il senatore ha ricordato che il disegno di legge in materia giudiziaria passerà sia dal Senato che dalla Camera. «Abbiamo in Calabria senatori, deputati e membri del governo. È ora che si muovano con noi». Tuttavia, ha sottolineato, nessun risultato potrà arrivare senza un segnale forte dal territorio. Per questo ha proposto la convocazione di un Consiglio comunale aperto nella prima settimana di settembre, da tenersi prima della ripresa ufficiale dei lavori parlamentari. L’obiettivo è approvare un deliberato chiaro e condiviso, sottoscritto da tutte le forze istituzionali. «Invitiamo sottosegretari, senatori, deputati calabresi, consiglieri regionali e amministratori che in questi anni hanno affrontato il tema. Anche chi ha annunciato le dimissioni, come il Presidente della Regione, dovrebbe esserci. Serve capire chi è disposto a metterci la faccia».

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Nessuno scontro diretto col sindaco, ma stile istituzionale richiamato

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Rapani ha lanciato anche un messaggio all’attuale amministrazione comunale, senza mai nominare direttamente il sindaco Flavio Stasi. Ha preferito evitare lo scontro, ma ha fatto notare che sarebbe bastata «una telefonata» per chiarire, invece di diffondere un comunicato pubblico. «Il bon ton istituzionale – ha detto – imponeva un confronto diretto con il senatore del territorio. Non con Rapani, ma con chi siede nella Commissione Giustizia, fa parte del Comitato ristretto ed è relatore del provvedimento».

La norma c’è. Ora servono volontà e pressione politica

Il disegno di legge contiene una previsione chiara: la delega al Governo per la revisione della geografia giudiziaria, con la possibilità di intervenire anche sui tribunali soppressi. «È il nostro articolo – ha spiegato –. Stabilisce che il Governo, entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge, potrà emanare decreti legislativi per riorganizzare gli uffici giudiziari. Dentro ci sono anche i criteri per valutare dove ripristinarli. E il nostro territorio è un caso esemplare». Rapani ha rimarcato che il testo è stato il frutto di un lavoro condiviso, portato avanti con chi negli ultimi mesi ha collaborato alla proposta. La riapertura del tribunale, dunque, non è più un’ipotesi astratta, ma una possibilità concreta, a patto che si crei un fronte unito.

Il territorio risponde presente

L’incontro si è svolto in un clima partecipato, con interventi e riflessioni da parte di esponenti del foro, amministratori locali e semplici cittadini. A pesare, nella memoria collettiva, ci sono anni di disagi: processi rallentati, udienze lontane, costi crescenti per chi cerca giustizia. Un vuoto che ha inciso profondamente sul diritto alla prossimità giudiziaria. «Non possiamo più permetterci di perdere tempo», ha concluso Rapani. «Teniamo alta l’attenzione. A settembre sarà il momento di dimostrare chi crede davvero in questa battaglia».

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