Coronavirus. "Io, studente in casa h24": storie di quotidianità stravolte (VIDEO)

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Andrea, liceale di 18 anni, prossimo agli esami di stato
  28 marzo 2020 22:13

di GIOVANNA BERGANTIN

Li conosci sui social o al telefono,  twittandowhatsappando, i sentimenti di ragazzi e ragazze a cui il covid 19 ha strappato la quotidianità ed imposto un nuovo stile di vita, spalancando le porte ad una realtà che solo un mese fa non avrebbero mai sospettato esistesse se non nei film, nei fumetti o nei sogni da incubo. Un esercito, quello della migliore gioventù, che si vede costretto a tenere le distanze e a vivere una rivoluzione quotidiana e comincia a temere  che il domani non sarà più come oggi. Intanto è arrivata la primavera, il cielo è azzurro e il sole illumina città, paesi e quartieri fantasma mentre i nostri giovani sono pervasi da paure, angosce e noia. Ascoltano atterriti quello che stanno passando i loro colleghi di Bergamo, Brescia, Cologno e Vò, una geografia che hanno imparato a conoscere. Partecipano preoccupati e ansiosi come mai ai lutti e alle sofferenze che li circondano. Seguono in silenzio le necessità della famiglia e in solitudine si chiedono cosa faranno dopo, come sarà domani? In questa generale emergenza sanitaria, economica ed educativa, pensieri come questi si agitano e si rincorrono continuamente.

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Video realizzato da Andrea e dai compagni della V C del Liceo Scientifico  Pitagora di Rende

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Ogni giorno. Enea, 15 anni, seconda superiore presso l'Istituto tecnico industriale di Cosenza, trova la forza per andare avanti grazie agli affetti della famiglia che sente vicini, sentimenti che diventano lezione per allontanare gli egoismi a cui si era imbrigliati. Per tirarsi su il morale fa chiasso con la musica, si allena, studia in classroom e gioca con la playstation perché il tempo sembra non passi mai. “Tutti i giorni sono al telefono con i compagni, con mio fratello, invece, per non bisticciare, stiamo divisi, anche se condividiamo la cameretta. Mi mancano i rapporti  sociali, andare a scuola, la routine e la mia libertà”.

Matteo, 15 anni, primo Liceo Classico di San Demetrio Corone,  mancano gli amici, la quotidianità scolastica con i suoi ritmi ben scanditi, il rapporto diretto con i compagni e gli insegnanti, persino il suono della campanella. “ Manca la palestra, dove mi allenavo tre volte a settimana e dove avevo stretto legami di amicizia con ragazzi più grandi di me. Queste sono giornate monotone, sempre con lo stesso il ritmo, dilatate all’infinito”. Il tempo libero si riempie con qualche lettura, chattando con gli amici e giocando ai videogiochi, con il telefono fedele alleato e compagno. Stare in contatto è la parola d’ordine. Tutti collegati come una lunga catena che è un tam tam e tiene uniti.

Come per Andrea, 18 anni, 5 C, Liceo Scientifico Pitagora di Rende: “Comunicare ci fa sentire più legati e meno soli. Quando tutto questo finirà dovremo essere pronti a goderci al meglio le nuove sfide che ci attendono. Nel corso delle giornate mi sono creato una mia ‘routine’ casalinga, molto tempo lo dedico allo studio anche se è difficile rapportarsi con la nuova didattica a distanza che rende il tutto molto noioso. Non esiste quell’interazione relazionale che si ha in classe. Fortunatamente ho alcune passioni che mi tengono impegnato. Da un po' di tempo scrivo di musica e mi dedico a realizzare video online su una pagina Instagram intitolata ‘In5minuti’. Come il video che abbiamo fatto con i compagni della mia classe (VIDEO). Tutto questo mi diverte e mi distrae. Però le giornate sono come sabbie mobili: ti immobilizzano perché non c’è molto da fare. Quello che mi rattrista maggiormente è l’impossibilità di godermi questi momenti con la mia classe con la quale ho un rapporto bellissimo. E’ il nostro ultimo anno insieme e unitamente dobbiamo affrontare anche questa situazione”. Le notti prima degli esami saranno particolari per questa tenera generazione 2020, avranno un sapore diverso. Tranquilli, gli Studenti, perché  le Commissioni saranno interne, ma non vedono di buon occhio la didattica a distanza che a volte non riesce ad essere esaustiva e a rispondere alle loro aspettative.

Federica, ad esempio, 18 anni, ultimo anno Sistemi Informatici, Pezzullo- Quasimodo-Serra di Cosenza “Sono preoccupata perché si conosce poco o niente su come si svolgerà l’esame. Nulla potrà mai sostituire la lezione in aula con compagni e professori, la vita di classe”. Per adesso “studio, guardo film e ascolto musica. Sto tutto il giorno con lo sguardo rivolto al telefono. E’ l’unico mezzo che ho per mandare avanti la mia vita e non sentirmi sola. Confesso di vivere sbalzi d’umore, passo dal nervosismo all’allegria senza un perché. Mi manca vivere. Sento voglia di incontrare lo sguardo dei miei coetanei, toccare la loro pelle e sprofondare nell’abbraccio di spalle possenti di qualche compagno”.

Alessia, 16 anni, alla postazione di lavoro nella sua cameretta

Rimpianto per il quotidiano, per la solita strada che va a scuola, per gli amici , le chiacchiere e le risate insieme, manca la compagna di banco anche ad Alessia, 16 anni, 3 classe Informatica al Pezzullo- Quasimodo – Serra. “La sera, con mia sorella che studia a Caserta, in videochiamata ci raccontiamo ansie e paure per poi stentare a prender sonno per i pensieri che frullano in testa. Al mattino, dopo le videolezioni con i prof. devo badare alla mia sorellina di otto anni, anche per i suoi compiti a distanza perché i miei genitori lavorano in uno dei settori considerati essenziali. Poi mi dedico con passione a fare dolci. Mi sento molto disorientata nello studio, non ci sono più gli orari consueti. E’ come se facessi le cose in disordine”.

Giovanni, 17 anni, ultimo anno del Liceo Classico in cucina

Studiano, cucinano, fanno sport, sono responsabili della casa e fanno tanto altro, non esitano ad esprimere chiaramente le loro difficoltà, insoddisfazioni, rimostranze, ma sono resilienti e capiscono che star bene oggi è un privilegio. Come Giovanni, 17 anni, 5 anno del Liceo Classico San Demetrio Corone, che si barcamena tra la preparazione per i test a medicina e l’esame di maturità. “Mi manca la libertà di uscire, ma non mi lamento, anche perché posso vivere in una casa molto accogliente, soprattutto se penso a quanti hanno serie difficoltà. Il mio tempo libero si traduce nel condividere giochi al computer con i compagni di scuola, fare con mia sorella ed i suoi amici londinesi delle sfide whatsapp, passeggiare in giardino con i nostri cani oppure prender parte ai progetti di cucina, come fare delle ottime pizze insieme”.

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