Coronavirus. Le Case famiglia di Cosenza chiedono alla Regione di riconoscere ed aiutare anche le loro attività

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Jole Santelli
  21 aprile 2020 18:37

"Gli enti gestori e gli operatori di 30 comunità di accoglienza dei minori di Cosenza e provincia stanno continuando a lavorare senza sosta in questo tempo di emergenza dettato dalla diffusione del coronavirus nel silenzio più assoluto da parte delle istituzioni.

"Le comunità, che offrono accoglienza e percorsi di educazione e formazione a tutti i bambini che non hanno una famiglia alle spalle, chiedono, con forza, alla presidente della Regione Jole Santelli e all'assessore regionale al Welfare, Gianluca Gallo un intervento affinché venga dato il giusto riconoscimento, anche economico, a queste realtà così come previsto dal decreto n. 503/19, in vista anche dell'imminente redazione del bilancio regionale".

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E' quanto afferma, in una nota, Achiropita Esposito, portavoce delle case famiglia del Cosentino. "Tutti stanno affrontando, con sacrificio - prosegue Esposito - le conseguenze alla pandemia, ma a pagare più di tutti sono soprattutto i bambini e le bambine, costretti a star dentro casa e a non poter dare giusto sfogo a tutta la loro esuberanza e alle loro energie, risentendo anche della lontananza dagli affetti più cari. Non c'è più la scuola, non ci sono le attività sportive, anche le visite delle famiglie sono venute meno. Il compito delle case di accoglienza è quello di dare un futuro a questi ragazzi e ragazze segnati da sofferenze e traumi dai risvolti a volte drammatici che richiedono passione, competenze educative e tanto, tanto impegno. Tenere dentro casa e far convivere ragazzini tra gli 8 e i 18 anni 24 ore su 24, sta diventando un'impresa faticosa e ardua, destabilizzante per gli stessi educatori, costretti a 'tour de force' e turni massacranti, peraltro senza alcun riconoscimento economico".

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"Non sappiamo ancora cosa ci sarà riservato - sostengono gli operatori - e siamo preoccupati che questa crisi renderà ancora più debole questo settore se non si avvierà fin da subito un percorso strutturato capace di riformare, sostenendoli, questi servizi necessari e vitali per il welfare calabrese. Le 30 strutture di accoglienza sono disponibili ad un incontro con le istituzioni regionali al fine di giungere ad una soluzione condivisa e dignitosa per operatori e ragazzi"

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