Riceviamo e pubblichiamo
Sono una ragazza di Luzzi con un fratello che abita a Rose, lui purtroppo è risultato positivo al covid-19 dal 24/03/2021 manifesta febbre alta e dolori di ogni genere. Contattato telefonicamente il medico curante che gli prescrive una terapia cortisonica dopo giorni i sintomi dolorosi e la febbre non accennavano a diminuire a quel punto il medico curante 29/03/2021 tramite mail all'A.S.P. di Cosenza richiedeva una visita domiciliare; nel frattempo, sia io che il medico curante, tentiamo invano, per sette ore di contattare telefonicamente i numeri preposti allo scopo, senza ricevere alcuna risposta. La mattina successiva, (30/03/2021) alle 09:00, visto gli inutili tentativi telefonici, decido di recarmi nella sede del centro operativo territoriale (C.O.T.) di Serra Spiga, mentre il mio cellulare veniva lasciato in attesa insieme alla ‘celestiale’ voce registrata dell’A.S.P. Arrivata alla C.O.T., salgo al secondo piano e trovo il Dott. V.G. che stava facendo fotocopie e contemporaneamente armeggiava con il suo smartphone, e notavo, altresì, che la mascherina indossata dal dottore era posizionata in modo anomalo: praticamente sotto il mento; chiedo gentilmente al dottore di indossarla correttamente e ricevo dallo stesso una risposta che non so se definirla arrogante o stizzita, infatti mi chiede di stare ad un metro di distanza da lui. Insisto nel richiedere la sistemazione della sua mascherina su bocca e naso e ribadisco che la legge obbliga tutti - medici compresi - all’uso della stessa anche entro i 2 metri di distanza.
Subito dopo spiego al Dott. V.G. il motivo della mia presenza nel suo ufficio, e vista la situazione difficile di mio fratello e di tanti altri che potrebbero trovarsi nella medesima situazione chiedo gentilmente di sapere come mai nessuno preposto rispondesse al telefono, come risposta ho avuto il suggerimento di parlare con il medico curante al fine che lo stesso inviasse una e-mail all’ASP di Cosenza. Vista la risposta molto generica ed approssimativa a testimonianza del poco interesse che il caso aveva suscitato nel Dott. V.G., ho fatto presente che il mio telefono era ancora in chiamata ed in linea con la voce registrata dell’ASP (di cui il Dott.è alle dipendenze), un’attesa interminabile nel mentre le condizioni di mio fratello continuavano a peggiorare giorno per giorno! Motivo per cui dopo tutto quel tempo inutilmente trascorso al telefono, mi ero decisa a raggiungere il C.O.T. e chiedere un aiuto, oltre a delle dovute spiegazioni per l’evidente carenza di un minimo di servizio verso i cittadini. Al mio arrivo, vista la pandemia in atto, mi sarei aspettata di trovare persone a lavoro e molto indaffarate anziché un Dottore senza mascherina ed occupato a “gestire” il proprio smartphone anziché rispondere alle chiamate di cittadini come me che hanno urgente bisogno di aiuto.
Dopo avergli mostrato la mia lunga telefonata a cui non avevo ricevuto risposta, lo facevo partecipe del fatto che la mail era già stata inviata dal medico curante il giorno prima. A quel punto il dottore mi chiede di contattare il medico curante per capire a quale indirizzo fosse stata inviata la comunicazione riguardante la situazione di salute di mio fratello. Purtroppo per il dottore, il medico di base aveva scritto proprio all’indirizzo mail dell’ ufficio del dottore, ufficio preposto a ricevere tali segnalazioni.
A quel punto, forse in imbarazzo, VG chiedeva ad un suo collega di effettuare un controllo e dopo pochi minuti mi viene riferito che la e mail del medico di base era stata reperita e che in quello stesso momento la segnalazione veniva inoltrata agli uffici dell’Asp di Montalto.
Con mio fratello ancora malato e senza alcuna visita di supporto, stringo i denti e vado quindi a Montalto, il responsabile mi dice che il distretto competente per le visite domiciliari è Rende, quindi mi reco anche a Rende e lì mi viene detto che è in realtà di mio fratello dovrebbero occuparsene i responsabili di Montalto! A quel punto mi è parso ben chiaro il significato della frase “scaricare le proprio responsabilità sugli altri”.
Decido di non farmi prendere in giro e di non stare a questo sporco gioco di scarica barile quindi chiamo il 112, appena finisco di parlare con i carabinieri ed in attesa dell’arrivo della pattuglia si presenta una Dottoressa e dopo un pò di discussioni su quanto accaduto mi dice che dalla sua esperienza con il covid-19 sicuramente mio fratello ha la polmonite; mi prescrive la nuova terapia antibiotica e mi dice che sarebbe stata sua cura, la predisposizione di una visita domiciliare da parte del presidio A.S.P. di Montalto.
Rincuorata dalla Dottoressa, richiamo il 112 chiedendo di annullare il sopralluogo e così vado via. alle 15.30 del pomeriggio, ricevo una telefonata dal presidio di Montalto, in cui mi si comunica che la mattina successiva avrebbero fatto il tampone a mio fratello, comprendo finalmente che nessuno dei dottori con cui ho parlato mi ha mai ascoltato sul serio così faccio presente di aver richiesto una visita domiciliare per mio fratello e non un tampone, chi mi ha chiamato ribadisce che Rende ha la responsabilità territoriale su ROSE, non mi perdo d’animo e richiamo il presidio ASP di Rende, che finalmente mi assicura la visita domiciliare.
Alle 9.30 del 31/3/2021 ricevo la telefonata dal presidio di Montalto che di li a poco sarebbero venuti a visitare, finalmente, mio fratello; ribadendo, però ancora una volta, che Rende è comunque il responsabile territoriale per le visite domiciliari, e che la visita è stata effettuata per paura di un mio reiterato intervento presso la locala stazione dei carabinieri e nonche’ di contattare gli organi di stampa.
Amo mio fratello e farei di tutto per lui, ma mi chiedo: chi è solo e deve affrontare non solo il covid-19 ma tutta questa cattiva sanità come può fare? Come può confrontarsi con questa completa disorganizzazione? Quanti cittadini aspettano la visita dei medici dell’A.S.P. mentre dall’altra parte c’è chi sta al proprio telefono invece di rispondere alle chiamate dei malati o dei loro parenti? chi non legge le mail? chi non si prende le proprie responsabilità? Perché bisogna che il cittadino deve rivolgersi come estrema conseguenza, quale una denuncia alle autorità competente, per ottenere ciò che dovrebbe essere un diritto sancito fra l’altro, dalla nostra carta costituzionale .
Angelica Intrieri
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