Coronavirus. L'Opi di Cosenza con la federazione nazionale degli infermieri: “Trattamenti inversamente proporzionali al nostro contributo”

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Coronavirus, medici al lavoro
  24 marzo 2020 13:49

Il presidente dell’Opi di Cosenza e tutto il direttivo fanno proprio l’appello lanciato dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) rispetto al comportamento che si sta tenendo a livello professionale verso i suoi iscritti, esaltati come “eroi” la mattina e trattati come merce di scarso valore la sera nei provvedimenti delle istituzioni nazionali e regionali.

“Gli infermieri stanno dando tutto, anche la salute nell’emergenza COVID-19 e tutti lo riconoscono, per primi i cittadini. Ma dallo Stato, nonostante le citazioni e gli encomi per i quali ringraziamo (ma che a questo punto dobbiamo pensare di dover considerare solo di facciata), stanno ricevendo solo ‘pannicelli caldi’ come segnale di rispetto per il loro impegno, la loro professionalità, la loro volontà di non lasciare mai solo nessuno. Valori che, comunque, non verranno mai meno in questa emergenza”, il grido d’allarme nazionale con riflessi ovviamente anche nella nostra regione.

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“Tutto questo accade – sottolinea la Federazione di Cosenza – in un momento in cui atteggiamenti che portano a una scarsa considerazione di alcuni professionisti rispetto ad altri, hanno conseguenze non solo professionali, ma soprattutto morali e psicologiche, sicuramente dannose e controproducenti sia per i professionisti che, di riflesso, per gli assistiti”.

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E la FNOPI in questo senso ha inviato una lettera a tutte le figure istituzionali coinvolte, dal premier ai ministeri, dalla Protezione Civile alle Regioni, dove si sottolineano una serie di sperequazioni alla categoria, dall’emanazione della circolare della Protezione Civile che recluta ‘solo’ 300 medici lasciando alla scelta volontaria gli infermieri che invece anche loro dovrebbero essere reclutati a livello nazionale al decreto Cura Italia che prevede concorsi e assunzioni a tempo indeterminato per i medici all’INAIL mentre lascia solo contratti precari (Co.Co.Co.) di collaborazione agli infermieri. Dal reclutamento dei militari per il quale i medici, così come lo sono i laureati di altre discipline, sono inquadrati nei ruoli degli ufficiali, mentre gli infermieri, laureati anch’essi e anche specializzati, si fermano a livello di sottufficiali fino a bandi regionali sempre solo come Co.Co.Co o partite Iva per gli infermieri con compensi di 13-19 euro l’ora.

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 “Gli infermieri – scrive la Federazione – finora sono la gran parte di quegli operatori sanitari risultati positivi a COVID-19 e molti di loro sono anche deceduti per colpa dell’epidemia. Gli infermieri sono quei professionisti che accolgono i pazienti, gli sono vicini e spesso li supportano in momenti in cui altrimenti resterebbero del tutto soli”.

In ultimo, ma non meno importante, il messaggio sulla sicurezza dei professionisti impegnati in quetsi momenti drammatici: “Lo ribadiamo da tempo: stiamo combattendo una guerra a mani nude; occorre che sia i Dpi, i dispositivi di protezione, sia la salvaguardia complessiva del singolo operatore siano argomento di discussione affinchè si trovi, immediatamente e senza altri tentennamenti, una soluzione”, hanno scritto Sposato ed i colleghi del direttivo di Cosenza.

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