di GIORGIA RIZZO
"Passerà" è il titolo del brano di Emanuele Gravina, in arte Emmanuel Noir. Un giovane calabrese di Paola che, durante questo periodo difficile per tutto il paese a causa della diffusione del Coronavirus che costringe tutti in casa, esprime le sue emozioni facendo ciò che sa fare meglio: scrivere, prende la chitarra e iniziare a cantare. Ne nasce un omaggio a tutto il personale sanitario, a tutti coloro che vivono in condizioni di difficoltà che pesano ancora di più in questo momento. Un inno alla capacità di guardare oltre e trasformare anche momenti di apparente noia in un percorso di crescita e miglioramento personale e collettivo.
Questa canzone nasce, per forza di cose, in casa. Ci parli meglio del momento in cui hai trovato l'ispirazione per scriverla?
"Sì, Passerà nasce in casa, da quel turbinio di emozioni differenti che mi ritrovo a vivere in questo drammatico periodo, come del resto accade a tutti gli italiani e non solo; la canzone è il frutto di quella vorticosa e variegata molteplicità di stati psico-emotivi, a cui ho fisiologicamente risposto imbracciando la mia chitarra. Il processo creativo si è però orientato immediatamente verso coordinate piuttosto chiare e precise, che essenzialmente sono due: la speranza collettiva di superare il momento critico e con esso la paura e le psicosi che ne derivano, le quali potrebbero farci brutti scherzi anche in futuro; e poi l'encomio, rivolto a tutte quelle persone che stanno lottando strenuamente per guarire il paese e restituirlo alla vita, intesa nella sua pienezza, nella sua dinamicità. Passerà è quindi un mezzo per sperare insieme, nonché un modo - il mio modo - per dimostrare sincera gratitudine agli straordinari eroi epici dei nostri giorni".
Tanti medici, infermieri ma anche scienziati ed esperti in vari campi stanno mettendo a disposizione le proprie conoscenze per riuscire a dare una mano e superare questo duro periodo. Che aiuto può dare secondo te chi fa arte? Come può aiutarci la musica in questo momento?
"Penso che la musica possa offrire diverse forme d'aiuto, anche contemporaneamente. La musica può infatti anestetizzare o esorcizzare, alleviando la paura e il profondo senso di malessere e negatività del momento o addirittura liberando il fruitore da esse, seppur in maniera provvisoria e non permanente; può condurre a riflettere maggiormente o diversamente su quanto sta accadendo o sensibilizzare e disporre le persone verso alcuni atteggiamenti o comportamenti, quali per esempio il restare a casa con serenità, magari anche con la consapevolezza di offrire in tal modo il proprio piccolo, ma prezioso, contributo alla comunità; e infine può alimentare l'affetto e la riconoscenza nei confronti di chi sta vivendo l'emergenza combattendo in prima linea contro il virus o gratificare l'immane sacrificio di questi salvatori. Tutto ciò non vale soltanto per la musica, ma anche per qualsiasi altra arte e per qualsiasi tipo d'artista. Io, che preferisco definirmi un artigiano e non un artista (anche perché penso che soltanto una comunità che si occupa di arte possa concretamente conferire e riconoscere lo status di artista), spero di essere riuscito con la mia canzone ad aiutare qualcuno in qualche modo".
Passerà è un omaggio a tutto il personale sanitario che sta dando il meglio di sé per fermare il contagio e salvare delle vite ma anche un inno alla capacità di superare le difficoltà. Quale altro messaggio ti senti di dare a chi ti ascolta - e adesso ti legge?
"Che tutto questo dolore non sia vano, non sia inutile: che questa terribile esperienza possa divenire un'occasione di trasformazione, di rinnovamento e miglioramento. Dico questo perché il dolore di certo rende più profondi (o almeno dovrebbe), ma non sempre e non necessariamente rende migliori, "più buoni". Questo inferno passerà; mi auguro non passino i suoi insegnamenti".
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