“Nella qualità di Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Cosenza, sono costretto, mio malgrado, a denunciare l’ennesimo atto persecutorio e denigratorio a danno della categoria che mi onoro di rappresentare. L’episodio avvenuto presso lo Spoke Cetraro-Paola in data 3 aprile non è che l’ultimo (in ordine di tempo) grave evento che si consuma a carico di una categoria da sempre (e oggi più che mai) in prima linea in tutte quelle situazioni che richiedono, abnegazione, professionalità, competenza, prontezza di riflessi e sacrifici, come nel caso dell’emergenza dovuta alla pandemia da COVID-19,anche a costo della propria vita. Ebbene, la misura è colma!”. Ad affermarlo è Fausto Sposato, presidente dell’Ordine degli infermieri di Cosenza.
“In un momento storico come quello che stiamo attualmente vivendo, che dovrebbe vederci tutti impegnati a remare nella stessa direzione, assistiamo sbigottiti a episodi che non hanno nulla di civile e professionale, che oltre a rappresentare uno spettacolo squallido ed indecoroso per l’opinione pubblica, recano un danno concreto agli operatori, alle stesse aziende e, cosa ancor più grave, a pazienti inermi, bisognosi di cure e in pericolo di vita. Questi atteggiamenti sono evidentemente il retaggio di una sub-cultura, dura a morire, che vedeva in passato l’infermiere subalterno al medico. Un passato che non ha più motivo di esistere vista l’evoluzione normativa e deontologica della professione infermieristica”, afferma Sposato.
“Quanto sopra non è tollerabile, né dal punto di vista umano, tantomeno da quello professionale! È vero che non è il tempo delle polemiche ma non può neanche essere il tempo dei soprusi e degli abusi, troppe volte perpetrati ai danni degli infermieri. Sono anni che chiediamo rispetto per la professione e nessuno di noi si è mai sognato di ingerirsi in attività e competenze che non appartengono al nostro profilo. Adesso basta! E lo diciamo ad alta voce senza timore di nessuno e nel massimo rispetto dei ruoli. Nessuno vuole scatenare una guerra tra professionisti ma per l’ennesima volta ci troviamo a difendere da atteggiamenti ed ingerenze che non possono più essere tollerate. I cittadini non hanno bisogno di più sanità ma di più assistenza ed è bene che chi governa oggi il sistema si prenda le proprie responsabilità. Ancora oggi c’è chi decide per noi senza avere alcuna competenza e conoscenza del nostro profilo, del nostro codice, della nostra formazione, delle nostre competenze”, assicura il presidente dell’Opi Cosenza.
“Certo non si può generalizzare perché esistono realtà dove vengono valorizzate le risorse condividendo scelte e percorsi assistenziali; ed è con questi professionisti che vogliamo confrontarci certi che la pluralità delle opinioni resta un momento di crescita collettiva e professionale. Siamo intervenuti più volte per segnalare comportamenti poco rispettosi nei confronti della categoria, ma ci rendiamo conto che le cattive abitudini, basate su un livello culturale e professionale piuttosto basso, sono dure a morire anche perché, molte volte, sono gli stessi colleghi ad assecondare questi processi pur di avere un “posto al sole” e qualche“like” sui social, vendendo la propria e l’altrui dignità professionale. Peccato che non si accorgono che sono il “mezzo” ad uso e consumo del politico o del manager di turno. A questi colleghi “compiacenti” non faremo sconti quando la tempesta sarà passata. Per questi motivi chiedo espressamente di conoscere quali provvedimenti nell’immediato saranno presi a seguito dell’increscioso accadimento, nella speranza che in futuro non abbiano più a verificarsi tali manifestazioni incomprensibili”, il messaggio inequivocabile di Sposato e degli infermieri di Cosenza.
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