In questo momento di “fermo” imposto dall’emergenza sanitaria, si approfondisce la conoscenza di alcuni dei personaggi gravitanti attorno al mondo del calcio UISP di Cosenza, comunque legato alla Servizi Sportivi Calcio e non Solo.
A tu per tu con Giovanni Tolomeo, responsabile organo tecnico arbitri UISP di Cosenza nonché responsabile regionale UISP della formazione.
Giovanni Tolomeo, nativo di Catanzaro funzionario della Camera di Commercio di Catanzaro ora in pensione. Da giovanissimo, dopo aver militato per diversi anni in qualità di calciatore in diverse società del settore giovanile e dilettanti Catanzaresi tra cui l’Italo Bianchi, la Cirillo del rione Piano Casa nonché la Catanzarese, su suggerimento di un compagno di scuola, Domenico Cosentino già arbitro di calcio, frequenta nel 1965 il corso di arbitro nella sezione AIA di Catanzaro, con l’istruttore Carlo Perri, personaggio molto conosciuto in ambito nazionale per la conoscenza molto approfondita del regolamento, per alcuni anni presidente della stessa sezione AIA di Catanzaro. Giovanni Tolomeo nella sua carriera arbitrale riesce a raggiunge il ruolo “SCAMBI” nazionali per poi accedere come arbitro ruolo speciale Assistente nella CAN D, per poi al terzo anno essere promosso alla CAN C. Nel 1980, appende il fischietto al chiodo, transita nel ruolo “fuori quadro” ed intraprende la via dell’osservatore; contestualmente riceve l’incarico di docente per i corsi di formazione per arbitri ed osservatori. Dopo alcuni anni entra a far parte della commissione centro studi con sede a Roma, commissione che valuta le possibili modifiche al regolamento del gioco calcio. Successivamente Giovanni Tolomeo viene nominato commissario Nazionale per il controllo dell’attività tecnica svolta dai presidenti Regionali e Sezionali. Tra gli anni ’90 inizio ’00 viene segnalato dal presidente Regionale AIA Calabria Orlando Bombardieri, quale docente presso l’università di Catanzaro per l’insegnamento del regolamento del giuoco calcio, materia complementare della facoltà di scienze motorie; il tutto per tre anni. È proprio in questo periodo che riceve la nomina, da parte del presidente AIA Nazionale di Arbitro Benemerito.
Dopo aver fatto un excursus vitae e professionale, Giovanni Tolomeo oggi come trascorre le sue giornate? Si occupa ancora della grande passione del mondo arbitrale?.
"Nell’AIA dopo i 65 si viene messi a riposo per raggiunti limiti di età, quindi oltre al fatto che sono in pensione da 5 anni mi sono ritrovato a tutti gli effetti senza svolgere alcuna attività, fin quando una mattina mi sentii chiamare: “signor Tolomeo?!” Mi girai e vidi un uomo sulla quarantina che mi veniva incontro e mi abbracciava affettuosamente dicendomi se mi ricordavo di lui. Vedendomi perplesso mi ricordava chi era, “Antonio Veraldi” ed aggiungeva… “Lei mi ha fatto il corso di arbitro quando ero un ragazzino!?” Superato quel momento tra l’indecisione e il timore gli chiesi cosa stesse facendo nella vita, per fare mente locale della persona che mi trovavo davanti, e lui mi rispose: “sono un sottufficiale appartenente alle forze dell’ordine e passo il mio tempo libero facendo l’arbitro di calcio nella UISP”. Di rimando mi chiese cosa io stessi facendo; risposi che ero in pensione, lavorativamente parlando, e anche sportivamente, comunque, mi sentivo ancora nelle mie piene facoltà, vista la mia collocazione a riposo. Chiesi immediatamente se in qualche modo potessi dare una mano a questa associazione, la UISP che francamente non conoscevo. Non se lo fece dire due volte chiamò immediatamente il responsabile della UISP di Catanzaro e fissò immediatamente un appuntamento. Era di sabato: bene nel pomeriggio ero già sui terreni di gioco! Da quel momento è iniziata una nuova esperienza in un campo che era stato ed è tutt’ora la mia passione ovvero istruire giovani arbitri e trasmettere loro la mia esperienza. Pertanto oggi sono responsabile dell’organo tecnico territoriale di un gruppo di arbitri della UISP".
Nella sua carriera d’istruttore per formare le giovani leve di direttori di gara ha un momento simpatico da menzionare?
"Il mio modo di coinvolgere i ragazzi durante le lezioni sono stati, e sono anche oggi, di fare delle domande a trabocchetto sul regolamento, pertanto i veterani conoscendo il mio modo di fare lezione cercavano di sottrarsi alle mie domande accomodandosi nelle ultime postazioni. Un giorno un ragazzo per paura di essere messo in difficoltà da qualche mia domanda si sedette dietro un suo compagno fisicamente molto poderoso. Allorquando mi accorsi della sua manovra, mi avvicinai e gli rivolsi una delle mie domande a trabocchetto, lo stesso talmente imbarazzato rispose farfugliando la risposta per poi esclamare, alzando le mani “MI ARRENDO!!!” come se ci fosse una rapina in corso! a questo suo modo di fare l’aula esplose in una fragorosa risata generale".
Quali sono state le sue più grandi soddisfazioni e delusioni in questi 50 anni di onorata attività prima come arbitro e poi come docente del regolamento?
"Le più grandi soddisfazioni e si sono ripetute nel tempo, di aver formato tanti giovani arbitri e Antonio Veraldi era uno di quelli, non ancora maggiorenne. È una soddisfazione poi vederli poi persone adulte ed affermate (medici, avvocati, operai, artigiani, forze dell’ordine) ed è ancora più gratificante, ogni qual volta mi incontrano (anche se non sono più arbitri) vedermi venire incontro per abbracciarmi e manifestarmi il loro affetto, anche a distanza di tanti anni. Per quanto riguarda le delusioni, mi è dispiaciuto aver visto tanti arbitri lasciare abbandonare questa passione perché non sufficientemente seguiti in questo percorso dalle persone che di volta in volta si succedevano nella sala dei comandi"
Alla sua età di 73 anni e con tanti anni d’esperienza, cosa ne pensa del mondo arbitrale di oggi facendo un confronto con quello di ieri?
"Al mondo arbitrale di oggi mancano le persone preparate: problema che si riscontra anche in altre settori della vita".
Cosa gli piacerebbe, che un giorno “il più lontano”, dicessero di lei i suoi tanti allievi avuti nei tanti corsi tenuti?
"Che ho fatto dello sport il mio maestro di vita".
Ad un suo aspirante arbitro cosa le dice prima di scendere in campo per la prima volta?
"Gli dico di concentrarsi al massimo e di non avere paura di sbagliare e di dare un messaggio a tutti quelli che lo guardano: sono qui per fare rispettare un regolamento, dimostrando di essere io il primo a farlo!"
Dal suo punto di vista come giudica l’avvento della VAR? non pensa che il ruolo dell’arbitro nella sua personalità viene un po’ messo da parte?
"Il bello di tutti gli sport, ma in modo particolare nel calcio è la messa in evidenza dei sentimenti, tanto e vero che il legislatore ha inteso riconoscere alla persona dell’arbitro la discrezionalità e la soggettività. I mezzi scientifici e meccanici moderni, come appunto la VAR, tendono soltanto a neutralizzare questi sentimenti, per ridurre la persona umana simile ad un alieno".
Il ruolo arbitro donna, secondo lei, potrebbe un giorno diventare una realtà affermata e vedere ogni domenica la figura femminile sui terreni di gioco?
"Indubbiamente ci sono le eccezioni, ma nella regola fin quando una donna arbitra gare dove sono impegnati calciatori del suo stesso sesso, il discorso può andare più che bene, viceversa non vedo come, anatomicamente dimostrato che la muscolatura dell’uomo è diverso da quello della donna, una donna possa tenere atleticamente il passo del sesso opposto, tant’è mi chiedo: perché negli altri sport questo non succede? o meglio, come mai nelle varie gare, tipo l’atletica leggera non vengono disputate gare di sesso misto mentre nel calcio si, considerato che in entrambi i casi si parla di forza atletica? Questa intervista la dedico a tutti coloro che a vario titolo fanno parte della UISP, arbitri, calciatori e dirigenti. La raccomandazione che faccio è quella di praticare sempre lo sport come io l’ho sempre inteso: il mio modello di vita! L’augurio che io mi faccio è che chi legge sposi questo mio pensiero".
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