Corruzione all'Asp, assolto l'ex ispettore Lucia: "Ho sempre avuto fiducia nella giustizia"

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Francesco Lucia
  13 settembre 2019 20:29

di STEFANIA PAPALEO

Assolto “perchè il fatto non costituisce reato”. Per Francesco Lucia finiscono i guai giudiziari nei quali era finito  in qualità di ispettore della sezione di Polizia giudiziaria del Nisa (Nucleo investigativo sanità e ambiente). Corruzione in atti giudiziari e falso ideologico in atto pubblico le accuse che erano state formulate contro di lui dal sostituto procuratore, Fabiana Rapino, e cadute questo pomeriggio davanti al gup, Carmela Tedesco, che, giudicandolo con il rito abbreviato, lo ha rimandato a casa con in tasca una sentenza di assoluzione, emessa in accoglimento della tesi difensiva portata avanti nel suo interesse dagli avvocati Nunzio Raimondi e Francesco Gambardella.

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I legali, infatti, carte alle mani hanno dimostrato la regolarità dell'operato del proprio assistito che, secondo l'accusa, nel'ambito di una vecchia indagine avrebbe spedito all’indirizzo della Procura un atto falso al fine di evitare l’iscrizione nel registro degli indagati del direttore amministrativo dell’Asp, Giuseppe Pugliese, in cambio di un posto di lavoro che quest’ultimo avrebbe procurato alla figlia del collega del Nisa con il quale Lucia, per anni e anni, aveva portato avanti alcune delle indagini più dirompenti proprio nel settore della sanità e dell’ambiente. Salvo ritrovarsi  entrambi, a settembre del 2017,  dall’altra parte della barricata a difendersi da un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici che li aveva raggiunti per mano del gip, Barbara Saccà.

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Un teorema accusatorio che i due ispettori avevano rigettato con forza davanti al gip, tentando di ribaltare la ricostruzione dei fatti messa su dai finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria - Gruppo tutela spesa pubblica di Catanzaro, che, nel passare al setaccio una serie di intercettazioni telefoniche relative ad un diverso filone di indagine avviato a carico dell’Asp, avevano acceso i riflettori su un colloquio ritenuto sospetto tra Pugliese e l'ispettore Francesco Santoro. Da lì l’avvio degli accertamenti tecnici e documentali dai quali sarebbe emersa l’assunzione della giovane da parte di una ditta che opera nel settore dei servizi informatici. Assunzione a tempo determinato che, successivamente, si era trasformata a tempo indeterminato, secondo gli investigatori solo al fine di accontentare la richiesta avanzata dal direttore amministrativo dell’Asp, Pugliese, che, a sua volta, avrebbe così favorito l’ispettore della Pg. Il tutto in virtù di un rapporto che, stando a quanto spiegato dalla difesa, nasceva, piuttosto, da un atteggiamento collaborativo che, da sempre, Pugliese aveva tenuto nei confronti delle indagini condotte dal Nisa.

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Tesi difensiva che, a novembre del 2017, aveva tenuto davanti al Tribunale del Riesame, inducendo i giudici ad annullare il provvedimento di interdizione per tutti e tre gli indagati e che, questa mattina, ha superato anche lo scoglio del giudice dell'udienza preliminare, che lo ha assolto, rinviando a giudizio Santoro e Pugliese, che avevano scelto il rito ordinario seguendo una precisa strategia difensiva portata avanti nel loro interesse dagli avvocati Salvatore Staiano, Rosa Giorno, Franco Laratta ed Enzo Pugliese.

Il processo in Tribunale è stato fissato per il 24 ottobre. E sarà in quella data che imputati e rispettivi difensori di fiducia potranno scendere in campo per tentare di ribaltare la ricostruzione accusatoria già caduta in fase preliminare per Lucia, la cui assoluzione sarà motivata dal giudice Tedesco entro il termine di 90 giorni. Una sentenza che ha fatto esultare l'ex ispettore del Nisa che, visibilmente commosso, ha ribadito di aver sempre avuto fiducia nella giustizia, convinto che avrebbe fatto il suo corso solo ed esclusivamente in nome della verità.

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