"Nessuna delle criticità che abbiamo denunciato con l’esposto alla Procura e con la manifestazione del 19 marzo su “Vaccini e Sanità diritto per tutti” è stata affrontata e risolta», affermano in una nota unitaria i Segretari Generali di CGIL Cosenza Umberto Calabrone, CGIL Pollino-Sibaritide-Tirreno Giuseppe Guido, CISL Cosenza Giuseppe Lavia, UIL Cosenza Roberto Castagna.
"Le disfunzioni di una campagna di vaccinazione piena di ombre – proseguono i sindacalisti –, i ritardi e le inefficienze di un piano attuativo Covid che resta in gran parte sulla carta, le criticità del sistema di offerta sanitaria territoriale si sono, al contrario, aggravati ulteriormente. Il Commissario Nazionale per l’emergenza Covid Generale Figliuolo, in visita in Calabria, ha preso un abbaglio clamoroso con le sue affermazioni che sono smentite dai fatti. I fatti ci dicono che sin dall’inizio di questa campagna di vaccinazione la nostra regione è sempre stata ultima per le dosi somministrate rispetto a quelle consegnate. Alla data attuale risulta somministrato il 73% di quelle consegnate. In giacenza ce ne sono oltre 112.000".
"Ci avevano raccontato che era tutto sotto controllo, - si legge ancora - che le dosi in frigo sarebbero servite per i richiami, ma registriamo continui ritardi e inefficienze nella programmazione della seconda dose di vaccino. La Regione Calabria ha relegato ai margini Comuni e medici di base che, pur tra qualche difficoltà, si erano impegnati nella prima fase della vaccinazione degli over 80, aprendo all’utilizzo della piattaforma informatica come canale per le prenotazioni. Una scelta che avrebbe dovuto migliorare l’organizzazione della campagna, ma che, di fronte al mancato caricamento dei dati dei soggetti fragili e al mancato inserimento di tanti centri di prenotazione come Paola, ha creato e sta creando il caos, con prenotazioni bloccate in quasi tutta la provincia e con tanti anziani e soggetti fragili costretti a vaccinarsi anche a 50 km di distanza dal proprio domicilio. Ciò insieme alle anomalie tutte calabresi che da tempo denunciamo: i ritardi nella vaccinazione degli over 80 e del personale della scuola, con più di 82.000 somministrazioni nella categoria “altro” che, oltre a contenere i soggetti fragili, racchiude di tutto, senza criteri oggettivi e senza quella trasparenza che dovrebbe scoraggiare i furbetti".
"Continuiamo inoltre a registrare, con la crescita dei contagi, - ribadisce - troppi ritardi nell’attuazione delle misure di contrasto al Covid: da quelli nell’incremento dei posti letto dedicati al mancato potenziamento degli organici delle USCA, ai limiti nell’iter di processamento dei tamponi, con alcuni laboratori, come quello del P.O. di Corigliano Rossano, che in queste ore registrano, per mancanza dei reagenti, il fermo di 800 tamponi da processare. Le difficoltà e le inefficienze presenti in Calabria, nel territorio della provincia di Cosenza si amplificano e si aggravano. Le immagini delle ambulanze in fila all’Annunziata, i pochi reparti Covid saturi dappertutto, da Acri a Rossano a Cetraro, sono le conseguenze drammatiche non solo della crescita dei contagi, ma anche delle inefficienze che stanno caratterizzando la gestione dell’ASP. Le assunzioni di personale Covid dedicato sono state pochissime e in alcuni casi con profili diversi da quelli sanitari. Il personale impegnato in prima linea è allo stremo, sfinito, costretto a sopportare sforzi incredibili. Ai medici, agli infermieri e a tutti operatori sanitari vanno il riconoscimento ed il ringraziamento di CGIL, CISL, UIL e di tutti i cittadini".
"In tutto questo, mentre l’ASP di Cosenza – che deve varare nei prossimi giorni il suo Atto aziendale per provare a riorganizzare la sanità ospedaliera e la malridotta medicina territoriale, approvando i bilanci e assicurando la trasparenza mancata – continua ad arrancare, CGIL CISL UIL insistono nel chiedere, purtroppo invano, un confronto con il Commissario La Regina finalizzato a trovare soluzione ai problemi. Al Commissario Figliuolo, al Ministro Speranza – concludono Calabrone Guido, Lavia e Castagna –, diciamo di venire nella provincia di Cosenza per constatare che in Calabria la situazione è peggiorata e che non va tutto bene; che in Calabria - concludono i sindacati - la colpa di ciò non è certo dei giornalisti e di tutti i cosiddetti “disfattisti” che denunciano le inefficienze; che vaccini e sanità continuano a non essere un diritto per tutti".
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