Cosenza, estorsione e caporalato: interdetti amministratori di un Istituto di vigilanza

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Tribunale di Cosenza
  25 luglio 2024 20:47

Estorsioni, caporalato, indebita percezione di erogazioni pubbliche. Sono queste le accuse contestate a un Istituto di vigilanza attivo a Cosenza, ma poi acquisito da un altro Istituto di vigilanza con sede ad  Avellino. Si tratta di una complessa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica, svolte dalla Squadra Mobile del capoluogo calabrese, con i militari del Nucleo Polizia Economico-Finanziaria e della Aliquota del Corpo della Sezione di Polizia Giudiziaria, supportate dall’Ispettorato nazionale del Lavoro e dell’INPS di Reggio Calabria.

L’indagine nasce da un controllo amministrativo effettuato nel 2021 dalla Questura di Cosenza nei confronti dell’Istituto. Alle guardie giurate nel corso di incontri tenuti alla presenza dei rappresentanti legali della società e di un rappresentante sindacale, era stata proposta una sorta di accordo transattivo finalizzato ad accettare meno di un decimo del credito vantato nei confronti della società derivante da straordinari non pagati, ferie e riposi non goduti nonché altri emolumenti comunque non corrisposti. In caso di eventuale mancata sottoscrizione dell’accordo proposto venivano prospettati successivi disagi ai lavoratori, minacciati anche di trasferimenti in altre sedi in Italia.

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Inoltre, l’esame della documentazione acquisita ha consentito di verificare che l’Istituto non ha corrisposto regolarmente retribuzioni, dal 2016 al 2021, ed evaso i conseguenti contributi per un valore complessivo di circa un milione e mezzo di euro e che la societa`, negli anni 2020 e 2021, ha beneficiato di circa 470.000 euro di sgravi contributivi conosciuti come “Decontribuzione Sud”.

L’esito delle complessive attività svolte ha consentito di accertare nei confronti di tre rappresentanti legali delle societa` bruzie e irpine, nonché di un rappresentante sindacale, queste ipotesi di reato. Il Gip del Tribunale di Cosenza, in accoglimento della richiesta della Procura, ha quindi emesso un’ordinanza di applicazione di misure cautelari interdittive nei confronti dei tre rappresentanti legali.

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Per due degli amministratori è in corso la notifica, ad Avellino e Cosenza, la misura interdittiva del divieto di contrarre con la pubblica amministrazione per un anno e per il terzo la misura del divieto temporaneo di assumere uffici direttivi di persone giuridiche, sempre per un anno, nonche´ e` in esecuzione, nei confronti della societa` di vigilanza irpina, un sequestro del profitto del reato per un importo di 478.000 euro.

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