Cosenza, la storia di Grazia indigna Occhiuto: “Fare di tutto per cambiare il suo turno di lavoro”

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Il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto
  04 novembre 2019 00:50

L’appello del sindaco Mario Occhiuto sulla triste storia di Grazia che passa la notte su una panchina per poter essere puntuale al lavoro

 “Con rammarico ho appreso dalla stampa la triste storia della signora Grazia, residente a Rende che, per iniziare regolarmente il suo turno di lavoro alle prime luci dell’alba presso la Motorizzazione civile di Cosenza, è costretta a prendere l’ultimo autobus a mezzanotte e aspettare da sola al freddo e ai pericoli del buio su una panchina fino alle 5 del mattino”.

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Il sindaco Mario Occhiuto interviene sulla vicenda di cui si è venuti a conoscenza grazie alla denuncia del segretario dell’UGL di Cosenza, Giuseppe Brogni, una situazione al limite che ha molto scosso l’opinione pubblica.

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“Non ho purtroppo competenze in merito – precisa il sindaco di Cosenza – in quanto la signora Grazia è residente a Rende e lavora per una ditta privata di pulizie. Ma ritengo che non si possa rimanere indifferenti di fronte a un simile disagio causato anche dalla mancanza di servizi. Qualche anno fa – ricorda Occhiuto – avevo promosso l’importanza del trasporto pubblico locale nell’area urbana con l’istituzione della Circolare Cosenza-Rende, che avrebbe funzionato anche in orari notturni e nei giorni festivi. Com’è noto, quell’iniziativa che tanto entusiasmo aveva suscitato tra gli studenti universitari, fu bloccata dalla Regione Calabria su spinta delle lobby che da decenni detengono il monopolio del trasporto pubblico nella nostra regione. Ritengo che i bravi amministratori debbano operare in funzione delle esigenze dei cittadini e non, al contrario, per fare gli interessi di pochi. Oggi - conclude il sindaco di Cosenza – oltre a indignarmi e a esprimere la mia solidarietà alla signora Grazia, non posso fare altro che rivolgere un appello alla ditta dove presta servizio: mi auguro che possano essere modificati i turni di lavorori solvendo così una condizione emergenziale che davvero non si può accettare”.

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