di PAOLO CRISTOFARO
Aveva fatto richiesta per la licenza di un centro scommesse nel cosentino, ma la Questura di Cosenza si è opposta fermamente. Per gli inquirenti "il titolare della società era stato controllato al matrimonio del figlio del capoclan di una cosca criminale operante sulla costa tirrenica cosentina, con dimostrati e reiterati interessi nel settore dei giochi e delle scommesse". A nulla è valso il ricorso al Tar della Calabria, respinto con sentenza di oggi (presidente: Giancarlo Pennetti; estensore: Domenico Gaglioti).
Il ricorrente è stato segnalato per la "al matrimonio del figlio di un soggetto qualificato come capo dell’organizzazione ‘ndranghetistica operante sul territorio, con elevato interesse nei giochi pubblici e comprovati tentativi di infiltrazione fittizia in analoghe attività riconducibili al medesimo capo-cosca". Ma la decisione della Questura di negare la licenza per il centro scommesse, non sarebbe legata soltanto a quel singolo episodio, ma anche ad altri elementi.
Vi sarebbe una "sussistenza di rapporti di amicizia, risalenti all’infanzia, tra la moglie dell’odierno ricorrente e la moglie del figlio del capo-cosca; non da ultimo, era stato apprezzato il fatto che, prima di richiedere la licenza, il ricorrente avesse rilevato l’agenzia di scommesse di soggetto presente al medesimo matrimonio e al quale l’Autorità di Pubblica Sicurezza aveva già revocato analoga autorizzazione di polizia", scrivono i giudici. Si tratta di uno dei tanti analoghi episodi legato al business delle sale da gioco e delle scommesse, troppo spesso legati agli interessi della criminalità organizzata.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736