Nei giorni scorsi, i Finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno sottoposto a sequestro decine di orologi falsi, posti in vendita sul web, denunciandone il responsabile per il reato di contraffazione.
I prodotti illegali, consistenti in repliche di modelli di note case orologiere e proposti per la vendita a prezzi nettamente inferiori agli originali, venivano pubblicizzati sui social network ed all’interno di un gruppo pubblico, gestito dall’indagato.
Le indagini, svolte dalle Fiamme Gialle del Gruppo Cosenza, hanno consentito di acquisire utili elementi all’identificazione del seller, conseguita attraverso l’analisi delle informazioni reperite sui profili social, integrate con le risultanze derivanti dalla Dorsale Informatica della Guardia di Finanza, nuovo strumento tecnologico di supporto alle investigazioni.
I Finanzieri hanno accertato che il soggetto, dopo il contatto con la clientela, tramite piattaforme social presenti su internet, operava esclusivamente con la consegna a mano della merce, richiedendo il pagamento della stessa in contanti.
Sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Cosenza, i “Baschi Verdi” del Gruppo Cosenza hanno eseguito una perquisizione domiciliare presso l’abitazione del responsabile, sita in Torano Castello (CS), dove sono stati scoperti oltre 40 orologi, certificazioni e imballaggi contraffatti.
A seguito di ulteriori approfondimenti, la posizione del soggetto è stata segnalata alla citata Autorità Giudiziaria anche in ordine all’illecita percezione del reddito di cittadinanza, visto lo svolgimento di attività di e-commerce illegale.
La contraffazione è un moltiplicatore d’illegalità, che alimenta i circuiti sommersi del lavoro nero, dell’evasione fiscale, del riciclaggio e della criminalità organizzata. Le condotte illecite sono punite dal legislatore con la reclusione fino a 6 anni, mentre per gli acquirenti è prevista l’irrogazione di una sanzione fino a € 7.000.
L’azione trasversale della Guardia di Finanza, tanto sui canali fisici che sul web, assume un valore strategico nel disvelare non solo forme di illegalità a tutela del libero mercato e dell’economia legale, ma anche fenomeni di indebito accesso a misure di sostegno al reddito che generano iniquità e minano la coesione sociale.
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