Cosenza, spaccio di droga: 49 arresti

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Foto di archivio di un'automobile dei Carabinieri

Una mamma acquistava droga per il figlio impossibilitato a recarsi dai fornitori perché sottoposto a una misura cautelare per un altro procedimento penale

  24 luglio 2024 09:45

I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, dalle prime luci dell’alba di questa mattina, stanno eseguendo 49 misure restrittive per spaccio di droga e, in alcuni casi, anche per detenzioni di armi e reati contro il patrimonio. Il gip del Tribunale di Cosenza ha disposto il carcere per 22 persone e i domiciliari per altre 27. Le indagini sono coordinate dal procuratore facente funzioni della Procura di Cosenza, Antonio D’Alessio.

L’operazione dei carabinieri di questa mattina a Cosenza ha evidenziato come gli indagati disponessero di un’enorme quantità di cocaina, eroina, marijuana e hashish. I militari hanno sgominato  una capillare attività di spaccio svolta nella città di Cosenza e in altre città della provincia, anche con l’ausilio di stranieri operanti stabilmente sul territorio cosentino da anni. Sono stati accertati oltre 400 episodi di cessione di droga.
Dalle indagini è emersa anche la vicenda emblematica di una donna (finita adesso ai domiciliari) che in diverse occasioni avrebbe procurato la droga al figlio, che in quel momento era impossibilitato a recarsi dai fornitori perché sottoposto a una misura cautelare per un altro procedimento penale.

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Nel corso dell’operazione soprannominata “Lockdown” dieci indagati sono stati arrestati in flagranza di reato e sono stati sequestrati diversi quantitativi di cocaina, eroina, hashish e marijuana. L’attività investigativa ha evidenziato come l’attività di spaccio era incessante proprio durante l’emergenza Covid. I carabinieri si sono avvalsi di numerose intercettazioni, sia ambientali che telefoniche, ma hanno inoltre ascoltato circa 300 assuntori di droga che hanno fornito dettagli sull’acquisto dello stupefacente. Dalle indagini è emerso, infine, che alcuni indagati confidando sulla disponibilità di armi da fuoco, avrebbero organizzato atti intimidatori nei confronti dei loro 'clienti' per costringerli a pagare la droga. (

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