"Crisalide 3". Gratteri: "Istituzioni credibili e affidabili, le imprese collaborano per battere la criminalità" (NOMI)

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La conferenza stampa dell'operazione "Crisalide 3"
  13 settembre 2019 13:04

di EDOARDO CORASANITI

È di nuovo la collaborazione tra imprenditori e istituzioni l’arma vincente. Perché di fronte c’è un pervasivo e perdurante controllo della criminalità.  È così che viene descritta l’attività del clan di ‘Ndrangheta Torcasio-Cerra-Gualtieri di Lamezia Terme a poche ore dall’operazione dei Carabinieri che ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 28 persone (Leggi qui). Coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, l’indagine “Crisalide 3” ha messo in luce un presunto lavoro dettagliato che veniva svolto dalla cosca a Lamezia. È lo spaccio di stupefacenti il nucleo pulsante, con particolare attenzione al centro storico della città. Dalla cocaina alla eroina, dalla marijuana all’hashish, il clan controllava il giro della droga. Senza dimenticare le estorsioni e le armi.

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Per il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, si tratta dell’ennesima dimostrazione della presenza delle istituzioni: "La cosca lametina Cerra-Torcasio-Gualtieri, è una di quelle di "seria A, capace di interfacciarsi, negli anni passati, con i clan di San Luca per cogestire il traffico di droga e anche per scambiarsi i killer".

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Le stesse che, sempre di più, “crescono il loro livello di credibilità e affidabilità, come dimostra il fatto che le imprese collaborano per la ottenere la liberazione dalla piaga della criminalità”, ha detto Massimo Ribaudo, comandante del gruppo dei carabinieri di Lamezia Terme.
Per Donato Pontassiglia, del Nucleo operativo di Lamezia, l’aver trovato stamattina poche quantità di droga e denaro dimostra che “il gruppo criminale sempre più è indebolito, grazie anche alle precedenti operazioni eseguito e che prendono il nome di Crisalide 1 e Crisalide 2”.

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Soddisfazione anche del neo comandante provinciale, Antonio Montanaro.  Il tenente colonnello Giuseppe Carubia fa notare invece come il possesso di armi da fuoco non facesse altro che aumentare la propria forza intimidatoria all’interno del territorio.

I NOMI DEGLI ARRESTATI

Francesco Gigliotti,
Davide Belville alias Trachino,
Salvatore D’Agostino alias Cirillo e Cirino,
Antonio Gullo, Luigi Vincenzini alias Cosimo e Cosimino,
Piero De Sarro,
Flavio Bevilacqua,
Salvatore Fiorino alias Turuzzu,
Antonio Grande,
Gianluca Adone alias Blob,
Antonio La Polla,
Carlo Sacco,
Filippo Sacco,
Alessandro Trovato,
Pasquale Mercuri (U Lupu),
Pasquale Butera,
Nicholas Izzo,
Ottorino Raineri,
Francesca Falvo,
Pasquale Gullo,
Cristian Greco,
Giovanni Torcasio alias “U’ Craparu”, “Pallone” e “padre di Vincenzo”,
Nicola Gualtieri (U Craparu),
Pasquale Cerra alias Ciancimino,
Nino Cerra,
Antonio Paradiso (alias zu Toto’),
Giuseppe Gullo (alias Pino e Pinuzzo),
Giuseppe Galluzzi.

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