Non si fa aspettare la risposta del Codacons in merito alle dichiarazioni della Rete Ferroviaria italiana sulla vicenda del crollo a Cropani che ha isolato tre famiglie, la quale sostiene che il tratto di strada crollato non è di sua appartenenza.
E' tranciante il vice presidente nazionale, Francesco Di Lieto, che oltre a comunicare che l'associazione ha presentato una denuncia per i materiali utilizzati, chiedendo anche conto a chi ha effettuato il collaudo: "Quando la realtà supera l’immaginazione.
Abbiamo letto con vivo interesse la simpatica ricostruzione di
Reti Ferroviarie Italiane in relazione al crollo avvenuto a Cropani di una delle tante opere sostitutive che si stanno realizzando nella frettolosa chiusura dei passaggi a livello.
Poiché ci sono famiglie costrette ad abbandonare le proprie case per evidenti responsabilità nella realizzazione dell’opera, ci saremmo aspettati le scuse da parte di RFI.
Invece assistiamo ad una giustificazione che, se possibile, è ancora peggiore dello scempio di ieri.
RFI spiega che non c’è stato alcun crollo ma, semplicemente, ha ceduto il manto stradale per “la rottura improvvisa di una condotta” che “non appartenente a Rfi”. Probabilmente Lercio non avrebbe saputo far meglio. Accostare le immagini alla risposta di RFI è un insulto all’intelligenza. Ma davvero possiamo ritenere quanto accaduto un semplice cedimento ?
Le immagini ci chiariscono su come sia stata realizzata quell’opera e le indagini della Procura avranno modo di accertare i materiali utilizzati, gli accorgimenti tecnici per la prevenzione dei rischi e le attività di collaudo.
Del resto se nelle vicinanze del manufatto vi era un pericolo potenziale non trascurabile (portata di 1.000 litri al secondo ad altissima pressione) dovevano essere previsti ed adottati degli accorgimenti tecnici altrettanto importanti - sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons - per scongiurare quello che dopo pochi mesi dalla consegna è effettivamente accaduto ovvero il dissesto della strada ed il totale isolamento delle popolazioni.
Per rispetto verso questa gente sarebbe doveroso che RFI chiedesse scusa e magari bacchettasse il supponente autore del comunicato.
Anche perché, ricordiamo, che RFI in Calabria sta procedendo alla chiusura di tantissimi passaggi a livello - conclude Di Lieto - e se le opere sostitutive “cedono” con tanta facilità allora presto tante località rimarranno isolate e in tanti faranno la fine dei topi nel silenzio delle amministrazioni locali, interessate più a strappare subappalti che alla reale sicurezza delle opere.
Intanto, nel silenzio della Regione che ha contribuito sostanziosamente, la pezza usata da RFI appare davvero peggiore del buco".
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