di EDOARDO CORASANITI
Per il giudice dell'udienza preliminare ci sono i presupposti per andare a dibattimento e approfondire nel contradditorio: è il 15 marzo 2022 il giorno in cui il gup di Catanzaro ha rinviato a giudizio Rosanna Frontera 56 anni, di Catanzaro, legale rappresentante della casa di cura “Villa S. Anna S.p.a.”, Giuseppe Failla, 65 anni, di Catanzaro, direttore generale della clinica; , e Domenico De Fazio, indagati nell'ambito di "Cuore matto" che ruota intorno alla vicenda dell’accreditamento della clinica Sant’Anna hospital di Catanzaro, struttura d’eccellenza a cui il Gip ha sequestrato 10 milioni di euro circa. Rinviata a giudizio anche la Villa Sant'Anna Hospital. Il Tdl ha dissequestro successivamente 7 milioni e 500 mila euro circa (LEGGI QUI LE MOTIVAZIONI DEL DISSEQUESTRO ).
Stralciata per motivi di salute la posizione di Gaetano Muleo, 75 anni, di Catanzaro ma residente a Perugia, direttore sanitario della casa di cura dal 2010 e fino ad agosto 2019.
Nel collegio difensivo sono presenti gli avvocati Massimo Scuteri, Nicola Cantafora, Francesco Gambardella, Roberto Zanotti.
Oggi in aula i pm Chiara Bonfadini e Vito Valerio della Procura della Repubblica di Catanzaro hanno chiesto il rinvio a giudizio, mentre le difese hanno sostenuto e ribadito le ragioni dei propri assistiti. La palla adesso passerà ai giudici del collegio, i quali potranno giudicare dopo aver ascoltato e visto le prove che emergeranno nel processo.
Le accuse a vario titolo sono di truffa aggravata e continuata ai danni del Servizio sanitario regionale, frode nelle pubbliche forniture, violenza o minaccia per costringere taluno a commettere un reato, rifiuti di atti di ufficio (LEGGI QUI). Di fatto, secondo la Procura, la clinica avrebbe gonfiato i ricoveri Utic per poter accedere ai finanziamenti pubblici.
A scatenare la tempesta è stata la reale funzionalità dell'Utic, l'unità di terapia intensiva coronarica. Un reparto ad hoc per le patologie cardiologiche acute, che per funzionare 'per davvero' ha bisogno di personale specializzato e di specifici macchinari. L'ipotesi su cui si basa l'indagine è sostanzialmente che il Sant'Anna Hospital si sia avvalso "dei posti letto in eccedenza" - così riporta il decreto di sequestro delle somme contestate-, del reparto Utic "mai effettivamente istituito", "così aumentando la capienza della struttura, potendo procedere al ricovero di pazienti, beneficiari di cure non rientranti nell'alta specializzazione, in esubero". I posti letto accreditati di Utic erano 5. Quelli 'ordinari' di cardiologia 17. In pratica la casa di cura "avrebbe aumentato di cinque unità la capienza massima del predetto reparto"; arrivando a 22. "Ciò ha consentito alla Clinica Sant'Anna di incrementare del 29,4% il numero dei posti letto disponibili e, conseguentemente, il numero delle prestazioni sanitarie erogate".
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