di TERESA ALOI
Nadia ha lo sguardo triste. E' stanca ma ha il coraggio di una leonessa. E' donna ed è ucraina. Abbozza un sorriso, come se per incanto potesse riprendersi ciò che ha lasciato. La sua storia, oggi 8 marzo, assume un significato ancora più concreto e profondo. La sua storia, il suo viaggio in fuga dalla guerra, lo avevamo raccontato "a distanza" attraverso la sorella Natalia. Notti al freddo e al gelo, in macchina, con i suoi figli, coperte e vestiti, in fila al confine lasciato dopo 3 lunghi giorni.
Oggi è a Catanzaro. E' ospite a casa della sorella. Ha rivisto anche la madre, anche lei da tanti anni a Catanzaro. Ma il suo cuore è lì, a Chernivtsi, un piccolo paese ad Ovest dall'Ucraina ai confini con la Romania. E' lì che ha lasciato il marito, la sua casa. Tutto ciò che ha costruito con sacrifici e amore negli anni.
Nadia non parla italiano ma ha voluto, attraverso Natalia, ringraziare tutti coloro che in questi giorni l'hanno aiutata.
Non si aspettava tanta solidarietà al suo arrivo "ma anche durante il viaggio- racconta - ho incontrata tanta brava gente". Gente che le ha offerto una mano per farla sentire meno sola. Gente che come lei fuggiva dalle bombe. Donne che come lei cercavano disperatamente la pace.
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