Regione, Corap; Cia-Confagri-Copagri chiedono di indennizzare agricoltori: "Situazione debitoria ente investe diverse aziende calabresi".
"Soluzioni che intendano salvaguardare il patrimonio umano ed immobiliare del Corap (Consorzio regionale per le attività produttive), non possono prescindere dalla previsione di un apposito strumento da porre a garanzia del pagamento integrale delle indennità di espropriazione, dalle quali dipende il futuro di decine di attività agricole regionali e di centinaia di posti di lavoro nel settore". Lo sostengono, in un documento sulla situazione del Corap, Cia, Confagricoltura e Coopagri Calabria. "L'ormai nota situazione debitoria in cui versa il Corap - aggiungono - non manca di investire gravemente anche diverse realtà agricole regionali. Il Corap, nato dalla fusione delle cinque Asi calabresi, ha raccolto, unitamente ai debiti delle predette, anche un ingente patrimonio immobiliare, contabilizzato in 400 milioni di euro, ma con un valore di mercato che parrebbe raggiungere il miliardo di euro. Nelle discussioni di questi giorni, in merito alle possibili soluzioni adottabili per poter salvaguardare i lavoratori dell'ente unitamente al suo patrimonio, utile e necessari per la prosecuzione della sua mission, viene purtroppo omesso totalmente il dato relativo ad una particolare categoria di creditori, ossia gli agricoltori espropriati e non ancora indennizzati". Cia, Confagricoltura e Copagri Calabria, riporta ancora il documento, "fanno presente come, tra i debiti dell'ente, vi siano le indennità di espropriazione non ancora versate."
"Queste indennità, spettanti agli agricoltori in ragione della privazione dei loro terreni, costituiscono in realtà crediti di particolare rilievo, poiché sorti in conseguenza dell'esercizio di una potestà pubblica, concretizzatasi nell'espropriazione 'forzata' per pubblica utilità delle proprie aziende. Ci si riferisce ad espropri iniziati nel 2001 e proseguiti fino al 2007, per i quali le Corti nazionali hanno stabilito i giusti indennizzi solo di recente, dopo quasi 19 anni di attesa, ed alcuni dei quali ancora pendenti in Cassazione ed ormai in via di definizione. Solo con riferimento all'area industriale di Corigliano Rossano sono maturate ed esigibili, con sentenza ormai definitiva, indennità per circa 1,5 milioni di euro, più altri 6 milioni circa già quantificati dai giudici di merito ed in attesa di conferma dalla Suprema Corte di cassazione. Il tutto con un sacrificio di decine di famiglie private delle loro aziende ed in attesa di ristoro".
"E' necessario sollecitare e fare presente all'Assemblea regionale ed alla Giunta, ed in particolare al presidente Oliverio - concludono le tre organizzazioni - che eventuali soluzioni che intendano salvaguardare il patrimonio umano ed immobiliare dell'ente non possono prescindere dalla revisione di un apposito strumento da porre a garanzia del pagamento integrale delle indennità di espropriazione, dalle quali dipende il futuro di decine di attività agricole regionali e di centinaia di posti di lavoro nel settore".
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