Dolore e sgomento in Calabria per la morte di Denise Galatà, la diciottenne reggina morta mentre faceva rafting sul fiume Lao nel Cosentino. Dopo le 13.30 di oggi i vigili del fuoco hanno ritrovato il suo corpo senza vita in un tratto del fiume Lao nel territorio di Laino Borgo. La giovane studentessa, che era diventata maggiorenne lo scorso ottobre, era in gita scolastica nel Cosentino con i compagni di classe. Ieri mattina stavano facendo rafting quando – per cause in corso di accertamento – il gommone sul quale si trovava la vittima si è ribaltato. A seguito dell’urto, la giovane è caduta in acqua e da quel momento di lei non si sono avute più notizie. Immediatamente sono state avviate le ricerche e poco dopo i soccorritori sono riusciti a recuperare due dei ragazzi che erano con lei. In un primo momento, tra le ipotesi dell’incidente è emersa anche quella dello scontro tra gommoni, ma si tratta di ipotesi da verificare e sulle quali stanno lavorando gli inquirenti. Infatti, la procura di Castrovillari ha aperto un’inchiesta. Intanto, sui Social in tanti ricordano quella ragazza solare, dal cuore grande che “suonava l’organo in parrocchia”, che amava la vita e la sua famiglia. Una ragazza splendida che si affacciava alla vita piena di entusiasmo. Denise era originaria di Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria. Il Comune ha dichiarato lutto cittadino e si è stretto attorno alla famiglia della giovane studentessa.
"La tragedia della morte di Denise travolge insieme alla famiglia anche tutto il mondo della Scuola ed ogni parola di cordoglio non riesce a dare forma al tumulto di emozioni che sgorga dagli animi di una intera comunità”. Lo scrive, in una nota, Antonella Iunti, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale della Calabria in riferimento alla tragedia della studentessa morta nelle acque del fiume Lao. “Ogni giovane che si spegne - continua - toglie energie vitali a tutta una società intera, ma quando una tenera esistenza è strappata alla spensieratezza e all’esuberanza dalla fatalità della tragedia non c’è modo di alleggerire le responsabilità collettive, poiché quella morte colpisce in maniera indelebile le coscienze. Non vi è nessuna argomentazione in grado di sollevare dallo stato di dolore profondo che in questo triste momento avvolge tutti in un abbraccio freddo e muto. La Scuola - conclude- si stringe attorno alla famiglia e nel nome di Denise continueremo ad impegnarci per restituire verità a ciò che è accaduto”.
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