Al cinema teatro di Cariati si è tenuta, venerdì 14 gennaio, una partecipata assemblea pubblica organizzata dal circolo Legambiente “Nicà” per discutere dell'ampliamento della discarica di Scala Coeli. Nel corso del dibattito i numerosi ed appassionati interventi hanno tutti manifestato, ancora una volta, in maniera unanime, la contrarietà all'ampliamento della discarica nella Bio -valle del Nica. Una zona di alto pregio naturalistico e dove insistono coltivazioni biologiche e soggette a molteplici vincoli ostativi alla stessa esistenza di una discarica. Un’opera, oltretutto, in aperta contraddizione con quanto chiede l'Europa in materia di gestione del ciclo dei rifiuti e con l’obiettivo discariche zero, lo slogan sbandierato già anni fa dalla Regione Calabria per un cambio di rotta rivelatosi inesistente.
All’incontro, introdotto dal presidente del circolo Nicola Abruzzese e moderato dalla vice-presidente Savina Sicilia, erano presenti, in collegamento telefonico, anche il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani e la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta. Oltre al Direttivo del circolo, hanno preso parte al dibattito anche i sindaci dei comuni di Cariati Filomena Greco, di Terravecchia Mauro Santoro, di Campana Agostino Chiarelli; il capogruppo di Cariati unita, Leonardo Trento; Peppino Cufari PD Sezione Cariati; i rappresentanti del Movimento Le Lampare a partire da Domenico Formaro, Giuseppe Parise per Confagricoltura, Michele Colucci per ARA Calabria, i rappresentanti dell'associazione Terraverde di Terravecchia ed il consigliere regionale Davide Tavernise del M5S.
Come ribadito dal presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, nel corso del suo intervento, “la Regione Calabria ha un disperato bisogno di impianti per il riciclo dei rifiuti e non di costruire una ennesima buca che ci riporta agli anni ottanta e non costituisce una soluzione”. Il presidente Ciafani ha anche sottolineato, alla luce di alcuni commenti apparsi sui social qualche giorno fa, come “i circoli dell’associazione e tutta Legambiente operino sempre, con coerenza e grande rispetto delle Istituzioni, portando avanti in tutta Italia vertenze e battaglie, per come previsto dalla legge e lungi da intenti sovversivi, a tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini e per il futuro del nostro pianeta. La presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, ha sottolineato come “quella della discarica di Scala Coeli è una storia che non dovrebbe neppure esistere per molteplici aspetti, a partire dalla preminenza degli interessi collettivi, come quelli ambientali e quelli inerenti alla salute delle persone garantiti dalla Costituzione, ai vincoli che insistono nell'area, alla necessità di affrontare il problema rifiuti riducendone la produzione, riutilizzando e riciclando attraverso la realizzazione di nuovi e moderni impianti, in un’ottica di economia circolare, abbandonando definitivamente la logica delle discariche -per come previsto dalla normativa nazionale ed europea vigente e dallo stesso piano regionale di gestione dei rifiuti. La presidente ha sottolineato, ancora, che “l'associazione sta vagliando l’impugnativa presso il Consiglio di Stato della recente sentenza del Tar per come consentito dalla legge”.
Appare evidente che le zone di alto valore naturalistico, archeologico paesaggistico, coltivazioni biologiche, zootecnia e turismo devono essere incentivate e protette e che gli interessi pubblici all’ambiente ed alla salute ed allo sviluppo economico sostenibile devono prevalere su quelli privati.
La richiesta all’Amministrazione regionale è quella di risolvere effettivamente e con coerenza i problemi della gestione dei rifiuti nell’interesse pubblico, tornando sui propri passi per quanto riguarda la discarica di Scala Coeli. Alla Calabria servono impianti di riciclo e non nuove discariche.
Sulla questione, il consigliere regionale Tavernise ha aggiunto che presenterà una interrogazione al presidente regionale sulla questione della discarica di Scala Coeli.
L’assemblea ha concluso i lavori concordando nel proseguire con le azioni di lotta perché “chiunque abbia a cuore il territorio, l’identità e la bellezza della nostra regione e lo stesso futuro dei calabresi, non può che agire, come sta facendo Legambiente, per la salvaguardia dell’ambiente e della salute”.
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