di EDOARDO CORASANITI
“Le informazioni divulgata dall’indagata non si accompagnano ad un lessico inappropriato né inutilmente offensivo ed umiliante”.
Bastano tre pagine al Gip di Catanzaro per archiviare l’indagine a carico di una studentessa dell’Università Magna Graecia, accusata di diffamazione per aver condiviso su Instagram alcune stories di un provvedimento giudiziario in cui riporta i capi di imputazione rivolti al suo ex fidanzato e la misura cautelare del divieto di avvicinamento a cui era sottoposto. E poi ancora un’altra serie di stories, in cui gli utenti possono leggere un articolo giornalistico in cui si racconta la vicenda giudiziaria tra i due studenti di Medicina.
Alle spalle c’è un rapporto sentimentale burrascoso, passato prima per una misura restrittiva a carico di lui per stalking, poi in Tribunale, sui social network e di nuovo tra i faldoni della magistratura.
La vicenda che oggi si conclude, o almeno il suo filone relativo alla diffamazione, inizia con la denuncia dello studente di medicina dell’Umg: apre il suo smartphone e sul profilo Instagram della sua ex ragazza trova il pallino rosso. È il segno che una nuova storia è stata condivisa ed è visibile ai suoi follower. All’interno c’è l’ordinanza con la quale il Gip di Catanzaro applica la misura cautelare del divieto di avvicinamento. L’accusa è di stalking e ad oggi il processo è ancora in via di definizione al Tribunale di via Argento.
Si passa alla denuncia ma il sostituto procuratore Andrea Buzzelli chiede l'archiviazione: "Le esternazioni della donna, ad una attenta lettura, si rivelano prive di qualsivoglia idoneità offensiva, rivelandosi insuscettibili di assumere carattere infamante, umiliante ed offensivo dell'altrui reputazione", scrive il pm (LEGGI QUI).
Immediata l'opposizione da parte dell'universitario, che, tramite gli avvocati Lorenzo Guarino e Antonio Ludovico, rilancia la sua accusa di cyberstalking, spiegando come la sua vita sia cambiata dopo la persecuzione sui social di cui sarebbe rimasto vittima a opera della sua ex fidanzata, difesa dagli avvocati Giuseppe Pitaro e Vittorio Ranieri.
Ed il gip Paolo Ciriaco alla fine dà ragione alla ragazza: “Le affermazioni sono state impiegate nell’esatta prospettiva di divulgare una propria versione dei fatti, atta a contrastare quanto sostenuto dal ragazzo relativamente alla vicenda che li coinvolge”. Per il magistrato c’è un principio che sottende alla decisione e che prevale rispetto alla dignità personale: la libertà di parola.
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