di GABRIELE RUBINO
Sono 25 le strutture complesse (i reparti con i primari) da unificare entro cinque anni all'Aou 'Renato Dulbecco' di Catanzaro. Dopo l'anticipazione de La Nuova Calabria (LEGGI QUI) sulla progressiva contrazione dei direttori, arriva anche il particolare numerico contenuto in una postilla delle tabelle della rete ospedaliera, come recentemente modificata dalla struttura commissariale.
E' vero che sulle modifiche all'atto originariamente adottato nell'estate dell'anno scorso sono arrivati il ripensamento del presidente-commissario Roberto Occhiuto e le rassicurazioni del consigliere regionale Antonello Talerico, ma per il momento i documenti sono questi. E alla luce di ciò come si deve muovere il management della 'Dulbecco', che era vicinissimo all'intesa con il rettore sull'atto aziendale (atto strategico, anche su questo fronte)? In teoria, l'azienda ospedaliero-universitaria, nata dalla fusione fra Pugliese-Ciaccio e Mater Domini, può beneficiare di abbondanza. Infatti, non è stato toccato il decreto (ad hoc) sulle linee per la redazione dell'atto aziendale. Il documento prevede un 'soft landing' in fase di prima applicazione, con la bellezza di potenziali 13 strutture complesse non ospedaliere (le amministrative) e ben 89 ospedaliere. E queste ultime interessano la modifica della rete ospedaliera. Per la Dulbecco ne sono cifrate 82. Dunque, tenendo buoni questi numeri, le ospedaliere dovrebbe diventare circa una sessantina. L'Annunziata di Cosenza ne ha 38 e il Gom di Reggio 41, sempre parlando di strutture complesse.
Tuttavia, nelle stesse linee guida (Dca 161 del 2023) veniva precisato: "L’Atto Aziendale dovrà altresì prevedere le modalità con le quali, con cadenza annuale , si dovrà procedere alla riduzione e/o modifica delle stesse in base a criteri organizzativi e funzionali individuati negli atti di programmazione sanitaria regionali ed alle relative soglie operative che saranno, in linea di principio, riconducibili a quelle del D.M. n. 70/2015 al quale si rimanda, anche in relazione a sue eventuali modifiche e/o integrazioni". Come a dire il taglio era già annunciato e prima o poi ci dovrà essere. La novità è appunto l'arco temporale quinquennale per sfoltire i (25) doppioni. Cinque anni che, guarda caso, combaciano con la durata dell'incarico di direttore di struttura complessa.
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