Editoriale
03 settembre 2019 22:38di ENZO COSENTINO
E’ nato! L’Italia ha il nuovo governo. Ed ora in pista per il valzer nelle regioni dove si voterà a breve, per rinnovare i governi. Pd-5Stelle, con ogni probabilità, sarà la nuova coppia pronta a dominare la scena in Calabria. Lo slogan “uniti si vince” non è più del centrodestra, ci provano a poterlo gridare anche i due partiti saliti agli onori della cronaca e, forse, della storia politica del nostro bel Paese. Pd- 5Stelle, quindi, diventa il nuovo motore del centrosinistra. La politica calabrese è, comunque, in fermento. Lo è soprattutto quella targata Pd al cui interno si scontrano, invece di incontrarsi, due “anime”: gli oliveriani e quanti, in solido con il vertice romano, hanno dato già per scontato che Mario Oliverio non sarà il candidato alla presidenza della regione Calabria. C’è anche chi conferma a bassa voce che a dare la dritta giusta –lo ha fatto per il governo nazionale, perché non dovrebbe ripetere l’operazione anche da noi?- sia stato Matteo Renzi.
Contro la candidatura Oliverio remano anche i pentastellati che addirittura chiedono che sia il loro movimento ad esprimere il candidato governatore in Calabria.
E in Calabria sanno di dover lottare duro per mettere al tappeto i loro ex amici della Lega. Salvini sulla Calabria ha puntato alto, sentendosi forte della progressiva crescita del suo partito. Ma anche nel Movimento 5stelle vi sono resistenze per ora espresse da parlamentari ad un accordo su scala regionale con il Pd. Ma evidentemente sono all’oscuro delle manovre che anche nel nome della Calabria sono state discusse nel chiuso delle “camere di compensazione” dove si è svolta la vera trattativa per il governo nazionale.
Tiene testa a tutti, Mario Oliverio che ha restituito ai mittenti del suo partito gli “inviti” a farsi da parte e non pensare alle primarie. Perché il Pd ha paura delle primarie? Perché non le vuole fare? Una ipotesi, che può anche non reggere, è che nel pacchetto degli accordi extra programma di governo, per le regionali il Pd abbia ceduto il candidato ai nuovi alleati.
E il centrodestra? Li c’è una confusione di linguaggi da Fi a Fdi, dalla Lega fino ai Movimenti esistenti ed emergenti. Tante situazioni da chiarire e soprattutto il nodo della coalizione è il rapporto con la Lega.
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