Emergenza cinghiali. Proposta di legge regionale di Di Natale (IriC) per tutelare allevatori ed agricoltori

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Graziano Di Natale

"La ratio è quella di avviare al contempo la sperimentazione di una filiera dell'utilizzo delle carni di cinghiale, anche mediante l'allestimento di adeguati centri di raccolta e di lavorazione delle carni nel rispetto delle direttive comunitarie"

  03 novembre 2020 14:10

"Negli ultimi decenni, in Calabria, si è registrato un notevole aumento di crescita demografica e diffusione di animali selvatici, nella fattispecie dei cinghiali. Specie caratterizzata da un'elevata adattabilità e prolificità, considerando anche le condizioni di crescita favorevoli che la nostra Calabria offre per queste specie. Tale situazione, da più tempo, sta mettendo in difficoltà agricoltori ed allevatori dell'intera Regione".

E' quanto si legge in una nota. Su tale problematica è intervenuto Graziano Di Natale (IriC), segretario - questore dell'Assemblea regionale, presentando una proposta di legge recante "Misure per tutelare gli agricoltori dai danni provocati dalla fauna selvatica e valorizzazione della filiera dell'utilizzo della carne di cinghiale", con la quale si pone l'obiettivo di tutelare gli agricoltori dai danni provocati dalla fauna selvatica, e non solo. Di Natale va oltre, proponendo, infatti, la valorizzazione della carne di cinghiale nella filiera agroalimentare.

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"La proposta di legge intende risolvere il problema legato alla destinazione degli animali catturati. Al riguardo - così si legge nella proposta avanzata da Di Natale - la soluzione maggiormente compatibile con una corretta strategia generale di gestione della specie, è quella del trasferimento presso allevamenti a scopo esclusivamente alimentare, previo accertamento dell'idoneità sanitaria dei soggetti da traslocare. La ratio è quella di avviare al contempo la sperimentazione di una filiera dell'utilizzo delle carni di cinghiale, anche mediante l'allestimento di adeguati centri di raccolta e di lavorazione delle carni nel rispetto delle direttive comunitarie".

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"Creando così- conclude il Consigliere- nuove realtà aziendali ed incentivando quelle già esistenti, a promuovere un prodotto che potrebbe diventare "simbolo" della cucina Calabrese".

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