L'emergenza rifiuti ci travolgerà. Non riusciamo a progettare il futuro anche per colpa di una burocrazia troppo lenta rispetto alle emergenze in corso. Senza competenze, supporto finanziario e poteri in ordine alla gestione degli impianti pubblici, l'Ato rischia di essere una 'scatola vuota'".
È quanto ha affermato il sindaco di Rende Marcello Manna che ha rassegnato le dimissione da presidente dell'Ambito Territoriale Ottimale - Ato Cosenza. Manna ricopriva l'incarico dal 5 settembre del 2018 e nella lettera di dimissione ripercorre il suo impegno iniziato con la convinzione "che, insieme, saremmo riusciti a costruire il percorso che ci avrebbe portato alla realizzazione di un efficiente ed efficace sistema integrato di gestione dei rifiuti solidi urbani. Nei mesi trascorsi dalla costituzione della Comunità ad oggi, circa 22, ho profuso il massimo impegno nello svolgimento dei compiti che mi avete affidato, partecipando regolarmente a tutte gli incontri di lavoro e i tavoli istituzionali tenuti dagli enti sovraordinati".
Manna, nella lunga lettera di dimissioni, sottolinea che "in questo complesso quadro amministrativo si è venuta a determinare l'attuale emergenza, generata principalmente dalla mancanza di impianti di smaltimento degli scarti derivanti dal trattamento dei rifiuti solidi urbani, per effetto della quale tutti i comuni associati si troveranno ad affrontare forti difficoltà nella raccolta dei rifiuti solidi urbani. Emergenza che riguarda l'intero territorio regionale, per come è facile constatare verificando la necessità degli altri Ambiti Territoriali Ottimali di usufruire dei limitati volumi residuali disponibili presso gli impianti di smaltimento siti nella provincia di Cosenza (la Regione Calabria, in esecuzione della Ordinanza del Presidente della Regione Calabria N° 45 del 20/05/2020, gestisce i flussi di conferimento degli scarti di trattamento dei RSU provenienti dagli impianti a servizio di tutti gli Ambiti Territoriali Ottimali). Senza interventi tempestivi, nel prossimo futuro si determinerà l'ingovernabilità del sistema impiantistico, insufficiente e inadeguato, e la conseguente crisi del sistema di raccolta dei rifiuti sui territori dei comuni associati e, probabilmente, di tutti i comuni calabresi, soprattutto se non interverrà una variazione normativa della Regione Calabria per regolamentare la prosecuzione della possibilità di utilizzare impianti privati a servizio del sistema pubblico, oggi consentita sino al 30/06/2020 (ai sensi dell'art. 2- bis alla Legge Regionale 12 aprile 2013, n. 18, introdotto dalla Legge Regionale 20 febbraio 2014, n. 6), unica alternativa perseguibile in tempi compatibili con la necessità di evitare scongiurabili blocchi del sistema di raccolta dei rifiuti"
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