Emergenza rifiuti. Sinistra Italiana dice no alla riapertura della discarica di Celico

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Sinistra Italiana
  22 maggio 2020 15:56

"La Presidente Santelli continua ad operare con il 'favore delle tenebre'. Da ultimo, con l'ordinanza n. 45 del 20 maggio 2020 ha deciso che la discarica di Celico può tornare ad operare a pieno regime, 'accogliendo' 300 tonnellate al giorno di rifiuti per 60 giorni, e in violazione delle prescrizioni imposte nel 2017 dal dipartimento Ambiente della Regione Calabria, che imponeva una limitazione della operatività della stessa, al massimo per tre ore al giorno".

Lo affermano il Coordinamento regionale e quello della Provincia di Cosenza di Sinistra italiana.

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"Sinistra Italiana della Calabria e della Provincia di Cosenza - è scritto in una nota - ritiene questa decisione scellerata, dal punto di vista politico, e soprattutto, per ciò che attiene la salute pubblica dei centri abitati che gravitano attorno al mega impianto di sversamento e smaltimento dei rifiuti; per questo, si schiera senza tentennamenti e convintamente accanto alle cittadine e ai cittadini e al Comitato ambientale Presilano, che in queste ore sono nuovamente mobilitati, e chiamati con nuova forza, a difendere il loro diritto alla salute dallo scempio che ne deriverebbe qualora questa ordinanza resti in vigore".

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"Sull'annosa vicenda della discarica di Celico - aggiungono - è necessario fare una volta per tutte chiarezza e rispondere definitivamente alle istanze dei cittadini, dei loro rappresentanti e delle Istituzioni del luogo. Non si può giocare, in nessun modo, sulla vita dei cittadini e chi è chiamato a governare, deve tenere sempre a mente che si governa per tutti e non per favorire questo o quell'interesse privato e/o di parte: la salute dei cittadini merita tutela primaria e nessuno può arrogarsi il diritto di compiere scelte lesive della salute, della tutela dell'ambiente e dell'ecosistema presente".

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"Pertanto - conclude la nota - ribadiamo la nostra netta contrarietà rispetto alla estemporanea ordinanza emanata della Presidente Santelli e ne chiediamo immediatamente il ritiro o, quantomeno, un forte ridimensionamento dei suoi dannosi effetti ambientali e giuridici. Sosteniamo la lotta e la protesta delle popolazioni coinvolte e continueremo a seguire la vicenda pretendendo e chiedendo, ancora una volta, chiarezza nelle scelte e dialogo con i territori interessati, con lo scopo ultimo di mettere la parola fine sullo scempio ambientale e sanitario che si sta perpetrando a danno del territorio interessato e della intera Calabria".

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