di PAOLO CRISTOFARO
Il Covid-19 ha ormai occupato, purtroppo prepotentemente, le prime pagine dei giornali, le attività sanitarie e sociali, ma anche e soprattutto la vita di tutti noi. L’Organizzazione Mondiale dalla Sanità è stata costretta addirittura a dichiarare lo stato di pandemia. Ma tutto questo si può fermare? Se sì, quando?
La risposta potrebbe arrivare da uno studio francese – condotto dall’Università di Marsiglia, Centro Mediterraneo di Malattie Infettive, del dottor Didier Raoult – basandosi sul quale i medici dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro potrebbero iniziare ad usare una combinazione di due farmaci per negativizzare la carica del virus, bloccarne l’evoluzione verso stadi più gravi e farlo direttamente a domicilio.
Ne abbiamo parlato con il prof. Carlo Torti, infettivologo catanzarese impegnato in prima linea nel tentare di porre rimedio al diffondersi del contagio, come tantissimi altri medici italiani in queste giornate critiche. “Sono informazioni da prendere ancora con le pinze, dobbiamo fare delle verifiche per accertarci che la terapia di questi due farmaci combinati possa effettivamente arrestare il decorrere del virus e negativizzare i pazienti in maniera permanente”, ha spiegato Torti. “Questo tentativo è stato fatto dai colleghi francesi – seppur applicato ad una casistica ridotta – e ha portato risultati soddisfacenti, con negativizzazione dei pazienti, dopo soli 6 giorni di terapia, praticamente al 100%, ma è necessario fare una serie di verifiche, effettuare più tamponi, garantire effettivamente che non ci siano falsi negativi in alcun modo.”
Alle domande su quali siano i farmaci in questione, e sulla facilità di reperirli, Carlo Torti ha risposto con prudenza. “Dobbiamo essere cauti prima di fornire informazioni del genere e fare delle premesse. Si tratta di due farmaci facilmente reperibili nelle farmacie e neppure costosi. Uno dei due costa circa 6 euro. Sono medicinali già impiegati, separatamente, per il trattamento di altre patologie e già inseriti nelle linee guida della Società Italiana di Malattie Infettive Tropicali. Ma bisogna essere cauti.”
Stando a quanto riferitoci dal professore Torti, si sa che il virus agisce in due fasi. Una prima fase quella dell’infezione (SARS-CoV-2), la seconda è quella critica che porta poi all’ospedalizzazione e all’aggravarsi, in alcuni casi, dei pazienti. L’obiettivo di questa terapia sarebbe quello di bloccare in partenza, evitando altri contagi, evitando il peggioramento degli infetti e, di conseguenza, il sovraffollamento degli ospedali.
“Prima di dire i nomi dei farmaci va fatta una premessa. Il trattamento ha bisogno di essere testato ancora prima di essere somministrato. Ricordiamo oltretutto che questo eventuale trattamento da fare a domicilio, quindi per anticipare l’ospedalizzazione del paziente, andrebbe effettuato sotto stretto controllo medico e dopo un attento esame dei singoli quadri clinici dei pazienti affetti da Coronavirus. Non vogliamo in alcun modo che un’inutile corsa al reperimento dei farmaci autonomamente, porti più danni che altro. In questi giorni faremo delle sperimentazioni e, se tutto va bene, già dalla prossima settimana si potrebbero iniziare i trattamenti domiciliari”, riferisce Carlo Torti, aggiungendo che i farmaci in questione sono l’Idrossiclorochina e l’Azitromicina).
Degli studi in corso sarebbero stati informati anche la presidente della giunta regionale, Jole Santelli, ed ildirigente generale del Dipartimento regionale Tutela della Salute della Calabria, Antonio Belcastro, che si sono resi immediatamente disponibili a fornire a medici e ricercatori il necessario per condurre la sperimentazione e verificare l’efficacia dei farmaci. “Ad oggi ci sono circa 250 pazienti in isolamento domiciliare. Applicare la terapia, se verificata pienamente, significherebbe fare centro. Arrestare gli ingressi in ospedale e fermare il contagio.”
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