La volontà era quella di truffare il Servizio sanitario nazionale “esportando illegalmente farmaci oncologici per rivenderli all’estero con profitti spropositati”.
Il core business dell'inchiesta "Farmabusiness" condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia guidata dal Procuratore Capo Nicola Gratteri era quello di "acquisire illecitamente a scapito del SSN farmaci oncologici per poi esportarli, altrettanto illecitamente all’estero" così come scrivono gli inquirenti. Un sistema “discusso” durante il summit tenutosi nella tavernetta dell’abitazione di Nicolino Grande Aracri il 7 giugno 2014 a Cutro, nel Crotonese. "Noi acquistiamo dalle farmacie - dicono i membri dello stato maggiore del clan, intercettati dalle microspie piazzate dai carabinieri in casa del capo - aumentiamo il fatturato anche dalle farmacie e noi li rivendiamo all'estero o ad altre parti".
Ma non solo. Anche l’acquisizione di farmacie in difficoltà economiche mediante “fallimenti pilotati”. Perché "un altro aspetto importante dell’affare era la possibilità di acquisire ad un prezzo vantaggioso e attraverso una singolare procedura alcune farmacie catanzaresi che versavano in difficoltà economiche. Ed è su questo punto che Leonardo Villirillo spiega "che quasi la totalità delle farmacie italiane versavano in uno stato di bisogno in quanto indebitate con i fornitori". Ed è lo stesso Villirillo a spiegare che," in una prima fase occorreva individuare quelle farmacie “che navigavano in cattive acque” suggerendo alle rispettive proprietà di dichiarare il fallimento che in una fase successiva sarebbe stato acquistato da soggetti compiacenti" .
La necessità era allora quella "di individuare quante più possibili farmacie nella zona pronte a consociarsi con la nascente società". E' Salvatore Grande Aracri a spiegare che già quattro farmacie erano state individuate" e che ce ne sarebbero volute altre due per partire in grande stile". Il riferimento "è al fatto che molto probabilmente il mese successivo Grande Aracri Nicolino sarebbe stato scarcerato e quindi si sarebbe poi occupato personalmente lui della gestione degli affari che si stavano avviando nel Catanzarese".
Ed infine l'infiltrazione nella Pubblica amministrazione con l’utilizzo di un “uomo chiave e, vale a dire, un assessore regionale che è sempre importante per altri sblocchi”: il suo nome è Domenico Tallini, ex assessore regionale al personale dal 2010 al 2014, oggi agli arresti domiciliari (LEGGI QUI).
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